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“Il monopattino costa troppo per un negro” e lo pestano in tre: da Mortara con furore, prima gli Italiani

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di Giancarlo Grassi #Mortara twitter@gaiaitaliacomlo #Migranti

 

 

Mortara, omen nomen, è quel grazioso luogo dove il Sindaco ha tolto le panchine dai parchi per impedire agli immigrati di sedersi, perché al rigore del giusto vegliardo bisogna aggiungere quel po’ di sadismo che rende più realisti del re a imperitura memoria, e unirlo a quel sano [sic] senso del decoro che una città con quel nome deve pur mantenere, per non sprofondare nell’abisso delle facili battute da bar.

Proprio da un bar uscivano i tre gorilla ultracinquantenni che visto un giovane nero arrivare in monopattino per le vie di Mortara hanno deciso che, essendo il giovane nero e africano, il monopattino in questione fosse troppo costoso per lui e quindi rubato. La storia è in perfetta linea con quando succedeva qualche mese fa a un giovane immigrato a Torino che girava con una fiammante bicicletta avuta in dono dai suoi datori di lavoro.

I tre ultracinquantenni probabili ex celoduristi per questioni anagrafiche – gran brutta bestia l’invidia – ma che hanno il vantaggio di essere in perfetta linea con l’orribile salvinismo imperante non nella disperante cittadina della Lomellina a guida leghista (perché avere una sfiga non ti basta, ne cerchi sempre altre), hanno prima pesantemente insultato il giovane, poi lo hanno preso a calci e pugni mandandolo all’ospedale. Anche l’oggetto del contendere, il monopattino elettrico, ne è uscito malconcio.

Il ragazzo, non è un richiedente asilo e risiede a Mortara, è sposato, ha un lavoro regolare come operaio e guarirà in 15 giorni. I Carabinieri hanno già identificato i responsabili, denunciati a piede libero per lesioni personali e danneggiamento in concorso, con l’aggravante delle finalità di odio razziale: sono uno dei contitolari del bar di fronte al quale perpetravano l’aggressione, 52 anni, un 54enne con precedenti penali anche di un certo peso e un 53enne artigiano, tutti residenti in città ed evidentemente, divorati dall’odio.

 




 

(8 settembre 2018)

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