di G.G. #Milano twitter@milanonewsgaia #Terrorismo
Cosa spinge una mente, per quanto obnubilata, a decidere di dare fuoco ad un autobus con 51 ragazzini dentro, dopo averli legati e avere appiccato le fiamme? Non so. Un gesto simile è talmente lontano da tutto ciò che posso immaginare che non riesco a dare una spiegazione: e la sofferenza per quanto sta accadendo nel Mediterraneo non mi è sufficiente, non può esserlo. Perché significherebbe venire meno a tutto ciò in cui credo.
Non ci sono scusanti, non ci sono scuse, non ci sono giustificazioni possibili nel disprezzo per la vita altrui, nel metterla in pericolo, nel violentarla, nell’ucciderla. Non ci sono follie, convinzioni religiose, qualsiasi religione sia, politiche, ideologiche, umane o disumane. Non c’è nulla.
Con la stessa fermezza con la quale condanno con determinazione assoluta ciò che avviene ai migranti, vittime di torture e soprusi, ugualmente condanno il gesto folle del lucidissimo autista 46enne di origine senegalese Ouseeynou Sy che ha cercato di bruciare vivi 51 giovanissimi studenti.
Non voglio polemiche, non voglio proclami, non voglio schieramenti, non voglio politici per il sì per il no o per il ni. Voglio, lo voglio da cittadino, da fratello, da zio e da futuro padre, che la pena sia esemplare, giusta e commisurata alla gravità dell’atto commesso. E alla sua ingiustificabile deliberatezza e crudeltà.
(20 marzo 2019)
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