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C’era un secondo ordine di camici, ma poi Report cominciò a fare domande…? Le “Fontaneidi”…

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di Giancarlo Grassi #Milano twitter@milanonewsgaia #maiconsalvini

 

C’era una seconda fornitura di camici che venne annullata dopo che Report cominciò a fare domande scomode? le “Fontaneidi” potrebbero riservare anche quest’altra sorpresa in una matassa già così aggrovigliata da non avere sicuramente bisogno di sorprese in seconda battuta.

Scrive Next Quotidiano che “il 3 giugno una seconda determina sempre dello stesso responsabile revoca la procedura avviata  il 27 aprile perché “la Protezione civile garantisce il fabbisogno di camici”. La data del 3 giugno lascia qualche dubbio,  perché è il periodo in cui i giornalisti di Report inter vistano Dini chiedendogli della fornitura dei 75mila camici al centro dell ’indagine”. Dei veri rompicoglioni.

Next Quotidiano cita poi Il Fatto Quotidiano secondo la cui ricostruzione Dama SPA voleva rifornire di camici anche il Pio Albergo Trivulzio: 6600 pezzi per 48mila euro. Ma l’appalto venne revocato. Secondo il quotidiano di Marco Travaglio il documento dell’affidamento in regime di urgenza a Dama è firmato dal dottor Ugo Ammannati Responsabile dell’Area Alberghiero-Economale e Provveditorato e porta la data del 30 aprile, esattamente due settimane dopo che Andrea Dini titolare della Dama spa firmasse il contratto con la centrale acquisti della Regione (Aria) per la fornitura mancata di 75mila camici, fornitura per la quale risultano indagati a vario titolo per turbata libertà del contraente e per frode in pubbliche forniture lo stesso Dini, il presidente Fontana e l’ex dg di Aria, Filippo Bongiovanni. Quel Filippo Bongiovanni recentemente destinato ad altro incarico, qualche giorno prima che anche Luigi Cajazzo venisse destinato a nuovo incarico con una poltrona inesistente prima della sua nomina, e creato per l’occasione e per lasciarvi assise sì auguste terga.

Continuano le informazioni de Il Fatto Quotidiano riprese da Next Quotidiano citando un documento inviato a Dama, la società del cognato

Facendo seguito alla vostra offerta del 30 aprile 2020 si provvede ad affidarvi, in regime di urgenza, la fornitura di 6.600 camici al prezzo unitario di 6 euro”. Per un totale di 48.312 euro. L’affidamento così descritto si è reso necessario per anticipare “l’espletamento”di una procedura negoziata la cui scadenza sarebbe stata il 12 maggio. Troppo in là col tempo, visto che il Pat aveva bisogna di mille camici al giorno. La procedura con scadenza alla metà di maggio nasce con un atto firmato il 27 aprile sempre dal dottor Ammannati. Nel documento si legge della necessità del Pat di reperire fino a 224mila camici. A questa gara si presentano prima 21 operatori. Successivamente se ne presentano altri cinque “che hanno manifestato interesse”.

Le Fontaneidi continuano. E il governatore leghista, mentre le indagini scavano, continua il suo lento incedere verso il baratro scavato della solita politica italiana, quella che fa affari quando può, e poi dà la colpa agli altri. Incapace, come troppi italiani, di assumersi le proprie responsabilità. O nascondendole con grandi gesti. Come quando Bossi restituì 200 milioni alla Montedison, gesto che non rese la Lega onesta né i suoi affari trasparenti…

 

(9 agosto 2020)

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