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L’incoraggiamento di Matteo Salvini ai commercialisti agli arresti: “Mi fido di loro”. Non si sa mai

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di Daniele Santi #Milano twitter@milanonewsgaia #maiconsalvini

 

Gli arresti domiciliari dei tre commercialisti (più uno) vicini alla Lega di Salvini era stato commentato nella serata del 10 settembre con i toni sprezzanti ai quali il leghismo salviniano ci ha abituato. Si erano dichiarati, i vertici, “tranquilli” perché tanto “finirà in nulla come tante altre inchieste che cercavano soldi in Russia, in Svizzera o in giro per il mondo che non c’erano”. Pare che tiri un’altra aria invece, e due sono i segnali.

Una dichiarazione del Gip al quotidiano Repubblica che parla di “accordo corruttivo provato” e l’endorsement, o se volete chiamatelo messaggio, di Matteo Salvini ai tre commercialisti più uno che dice: “Mi fido di loro” che chi è malizioso, e noi ci guardiamo bene dall’esserlo, potrebbe tradurre con un attenti a ciò che dite. I tre più uno sono indagati, a vario titolo, per i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per la stessa vicenda che vide nello scorso mese di luglio il fermo di indiziato di delitto Luca Sostegni.

Secondo quanto riporta Repubblica quello “intorno all’immobile di Cormano è un “accordo collusivo, siglato fin dall’origine dai tre indagati Alberto Di Rubba, Michele Scillieri e Andrea Manzoni, volto a minare dalla fondamenta il procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando” fiinalizzato a usare la scelta della nuova sede della Lombardia Film Commission come pretesto per drenare risorse pubbliche “per 800 mila euro a enti e società riconducibili ai tre commercialisti leghisti”.

Un casino serio, parrebbe, che mette la Lega al centro dell’ennesima inchiesta giudiziaria che la riguarda e che vede Salvini ergersi solitario baluardo dell’inconsistenza politica e dell’egocentrismo sovranista, combattente delle bufale contro il potere che vuole abbattere, convertito com’è all’ideologia illiberale da impero dittatoriale post-sovietico. Così intervistato da Radio Anch’io dichiara serafico, come riferisce Il Riformista, che il partito è “tranquillissimo, da anni cercano soldi in Svizzera, Lussemburgo, Liechtenstein e non trovano mai nulla. Ho piena fiducia nella magistratura, non sono tutti Palamara. Conosco due di quelle persone e mi fido, sono persone corrette. Io credo che si risolverà in nulla”.

Eccolo Matteo Salvini moloch incrollabile contro le tempeste della vita che ripete, cambiando toni, ciò che che con disprezzo la lega aveva già dichiarato nella serata del 10 settembre, subito dopo la notizia degli arresti domiciliari. Cambiano solo i toni, la sostanza è la stessa. E’ l’onnipotenza al potere del mortale che si sente dio.

 

(11 settembre 2020)

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