di Giancarlo Grassi #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica
Dopo una Susanna Ceccardi sull’orlo delle lacrime, furiosa nel suo cercare di essere ragionevole, la televisione di stato del pensiero unico leghista propone lo sconfitto Matteo Salvini che, più livido della sua candidata-fake, snocciola la sua personale opinione sulla Lega primo partito d’Italia. Così siamo andati a cercare due numeri, che riguardano soltanto le regionali.
Già dalla Liguria si evince il trend calante della Lega di Salvini (non specifichiamo a caso Lega di Salvini che perde voti, collocandosi al 17,5% ben al di sotto della lista di Toti (nel 2019 era al 33,9%); nelle Marche la Lega è al 24%, secondo partito dietro al PD, ma nel 2019 quando Salvini chiedeva pieni poteri era al 38%: sono 14 punti in meno. In Toscana nel 2019 la Lega toccò quota 31,5% – convincendo Ceccardi a candidarsi – ora è al 21,9%, quasi dieci punti in meno, con il PD al 34,5%. In Puglia Salvini era al 25,3%, oggi è al 9,7%. In Campania era al 19,2% mentre oggi conta un ridicolo – per i sogni di gloria salviniani – 6,5% (“Avremo risultati completamente inaspettati, soprattutto in Campania”, diceva Salvini. Si chiamano autoprofezie…”).
I risultati del Sud sono l’effetto degli insulti rivolti ai meridionali da Salvini non soltanto in passato e delle sue reprimende contro gli oppositori in piazza prima di scappare via con scorta e auto blu. Matteo Salvini segue un po’ il destino degli altri populisti del M5S ex compagni di governo, che sono a percentuali da suicidio di massa. Nelle Marche, in chiusura, I voti persi da Salvini sono andati a Fratelli d’Italia. Ieri sera in tv, c’era da aspettarselo, il tribuno leghista ha proposto di aprire la coalizione a Casapound e Forza Nuova. Senza nominarli e parlando genericamente di “aprire la coalizione a nuove forze”. Sempre più a destra, quindi. Fino allo schianto finale.
(22 settembre 2020)
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