di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Maiconsalvini
Davvero non ci fanno mancare nulla. E ogni giorno è una scoperta mirabolante. Scrive Dagospia che la società di proprietà dell’assessore leghista alla Regione Lombardia, Davide Caparini, società con base a Dubai, schermata da un trust, forse in nome del “prima gli italiani” tanto caro al leghismo, sarebbe sotto la lente dell’FBI in USA per avere cercato di aggirare le sanzioni americane contro la Russia.
Come? La società che fa capo a Caparini, quella con base a Dubai, schermata da un trust, forse in nome del “prima gli italiani” tanto caro al leghismo, avrebbe provato a vendere a Gazpromneft una turbina per l’estrazione del petrolio del valore di 17,3 milioni di dollari. Un cosetta da nulla.
Il quotidiano di Roberto D’Agostino riprende l’articolo di Jacopo Iacoboni e Gianluca Paolucci per La Stampa. Gazpromneft è una controllata del colosso Gazprom e secondo l’articolo del quotidiano torinese l’FBI ha messo sotto inchiesta la GVA International di Dubai che fa a Davide Caparini e alla sorella Maria Elena la società di Dubai sotto indagine in Usa per aver cercato di violare le sanzioni Usa contro la Russia. L’inchiesta dell’Fbi era emersa lo scorso anno,a proposito del tentativo di vendita citato poc’anzi.
Continua Dagospia
Nell’atto d’accusa, oltre alla Gva International e al manager italiano Gabriele Villone, veniva citato Bruno Caparini, indicato come «responsabile commerciale» di una non meglio precisata «società italiana». Caparini è un nome pesante nella storia e nel presente della Lega. Bruno, 81 anni, bresciano di Edolo, imprenditore, è considerato uno dei fondatori della Lega Nord, nonché storico amico di Umberto Bossi. Il figlio Davide, anche lui leghista della prima ora, è stato deputato ininterrottamente dal 1996 al 2018. Quando è stato eletto in Regione Lombardia e nominato assessore al Bilancio della giunta Fontana, carica che riveste tuttora.
Insomma continuano a ballonzolarci sotto gli occhi i reali significati delle numerose citazioni “prima gli italiani” che i leghisti ripetono in ogni occasione possibile, laddove quegli “italiani” sono loro e non i numerosi, troppo numerosi, italiani che continuano a seguirli e a considerare Matteo Salvini il loro Capitano.
L’articolo di Dagospia continua parlando dell’indagine americana che “ha fatto progressi: Villone ha optato per un accordo con la procura che ha condotto l’indagine (Southern district of Georgia, di Savannah) e ha collaborato con le autorità Usa. Si è riconosciuto colpevole di un capo d’imputazione (conspiracy, uno sorta di associazione per delinquere, finalizzata ad aggirare le sanzioni) e la procura ha ritirato gli altri tre inizialmente contestati, tra i quali figura anche il riciclaggio. Sta scontando una condanna a due anni e quattro mesi al termine della quale verrà espulso dagli Usa”.
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(26 settembre 2020)
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