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Della Lombardia Attilio Fontana è il Front Office, altro che Governatore… (e non l’abbiamo detto noi)

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di Daniele Santi #Lopinione twitter@milanonewsgaia #Politica

 

Dunque dopo la puntata di report del 19 ottobre pare essersi definitivamente chiarito il vero ruolo di Attilio Fontana: da quella data sappiamo che Fontana è un front Office, altro che governatore (e non l’abbiamo detto noi). La questione, per niente di poco conto e di un certo peso politico, è stata messa in piazza da quegli scriteriati di Report e cambiano la mappa politica del paese.

Dal 19 ottobre infatti gli italiani, i lombardi, hanno scoperto che non votano coloro che credono di votare, ma il sistema di potere – in questo caso, pare, anche di corruzione e intrecci malavitosi, addirittura ipotizzati vicini alla ‘ndrangheta – che sta dietro al Front Office, in questo caso Attilio Fontana.

Il programma, che trovate al link in alto, e ciò che dal programma è uscito, è ben riassunto da Qui Finanza, che ne parla così:

(…) il programma di Sigfrido Ranucci avrebbe scoperto un sistema di potere che da anni avvolgerebbe la Regione Lombardia: appalti truccati, nomine pilotate, conflitti di interesse della famiglia di Fontana, infiltrazioni della ‘ndrangheta. E persino presunte consulenze di sua figlia avvocato, Maria Cristina, assegnati dall’Asst Nord Milano. Con interviste e documenti esclusivi, l’inchiesta andata in onda su Rai3 fa luce su nuovi e inediti conflitti di interesse del governatore lombardo (…) Viene anche ricostruita quella che viene definita la presunta rete di corruzione messa in piedi tra Varese e Milano da una delle eminenze grigie più potenti della Lombardia: un politico di altissimo profilo, Nino Caianiello detto “il Mullah”, consigliere di Forza Italia di Attilio Fontana nella formazione della giunta regionale e legato a Marcello Dell’Utri, considerato il regista della “nuova Tangentopoli” lombarda. Caianiello, che definisce Fontana “un front office della politica”, che “non doveva decidere, ma lui era quello da presentare”, era conosciuto anche come “ras delle nomine”, ma anche “mister 10%” per la “decima” che pretendeva dai politici che avrebbe piazzato un po’ ovunque, nelle amministrazioni locali e nelle municipalizzate.

Non dev’esserci rimasto bene Attilio Fontana che profuma snobismo e consapevolezza [sic] del proprio ruolo da miglia lontano nel sentirsi definire “un front office della politica”, che “non doveva decidere, ma lui era quello da presentare”, anche perché la domanda successiva sarebbe: se non decideva lui allora chi decideva?

Pare proprio decidesse il Mullah perché quegli ammazza-miti di Report, addirittura producono in trasmissione un audio dove è proprio Fontana a rivolgersi a Caianiello dicendogli: “Hai visto Ninuzzo, i tuoi consigli per la giunta regionale li ho seguiti quasi tutti. Mi sembra che sia una giunta abbastanza bella”.

Insomma, parrebbe proprio che non si sia fatto nemmeno la giunta da sé, il Governatore Front Office

Sono state le novità di un 19 ottobre, anno covidi 2020, dopo il quale la politica Lombarda non sarà più la stessa, Attilio Fontana non sarà più lo stesso e anche la lega di Salvini non si sente molto bene, posto che già non stava troppo in salute prima. Non è infatti un governatore quello che sta firmando le ordinanze di “coprifuoco” dalle 23 alle 5 che saranno in vigore dal 22 maggio – dopo che per settimane ha gridato il contrario – o che decreterà la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana o che prenderà altere misure, speriamo migliori di quelle sciagurate prese tra marzo e aprile.
Non sarà un governatore, nonostante l’elezione, l’ipermaggioranza, il color Lega della giunta.
A firmare quella roba lì sarà uno che in diretta tivù, da un politico potentissimo venuto dall’ombra è stato definito un Front Office...

Una roba mai vista né sentita. Nonostante i vezzeggiativi appioppati al Mullah da Fontana

 

(20 ottobre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata





 

 

 

 

 




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