di Luca Venneri, #ilvenerdìpolitico
Questa settimana è stata caratterizzata da alcuni fatti molto rilevanti. Questi fatti hanno tutti in filo conduttore e, oggi, proviamo a ripercorrerli come se volessimo uscire dal labirinto del Minotauro. Il labirinto dei vari ideologismi che non permettono, il più delle volte, una visione nitida e confondono la percezione. Il nostro filo di Arianna è la dignità sociale.
La dignità sociale è il tema e il fulcro dell’articolo 3 della Costituzione Italiana. È il tema intorno a cui, buona parte delle costituzioni del novecento, sviluppano il sistema di relazioni umane e civili dello stato. La nostra costituzione non fa difetto sotto questo punto di vista. Noi siamo una Repubblica che non solo garantisce, in modo formale, la dignità dell’individuo, ma si impegna a garantire rimuovere ogni ostacolo che impedisca la vera parità tra le persone. In tal senso, parliamo di uguaglianza sostanziale. L’uguaglianza sostanziale tra i cittadini è il più gravoso impegno istituzionale che, noi come Stato, come Res pubblica, ci assumiamo per coesistere in modo pacifico e sereno. Questo è il nostro filo di Arianna, la cosa che ci accomuna, davvero, tutti: la garanzia che lo stato c’è perché tutti gli individui abbiano pari dignità e opportunità di essere uomini tra gli uomini e cooperare per lo sviluppo di questa incredibile nazione che prende il nome di Italia.
Non possiamo negare che non sempre riusciamo a garantire pari dignità. Affermare il contrario significa essere miopi delle tante cose che ci circondano. Importante, sotto questo punto di vista, è continuare a studiare e conoscere la missione dello Stato così come espressa nel suo articolo 3.
In questo labirinto, oltre a esserci dei difetti da parte dello Stato, a garanzia dell’uguaglianza sostanziale, c’è la politica e tutto il bagaglio di contro-culturale dell’ideologismo.
L’ideologismo pensa che le proprie verità siano assolute. Per loro, tutti si dovrebbero conformare e piegare a quello che, solo in teoria, è un pensiero dominante. L’ideologismo è l’estremizzazione dell’ideologia, il sistema di valori di ogni individuo, ma, tale estremizzazione, pretende di non vedere gli altri e vuole soffocare le verità degli altri individui.
I fatti di questa settimana ci insegnano che noi riusciamo a essere Stato, Res Publica, ma, anche, preda dell’ideologismo che ferma ogni tipo di progresso. È il caso del voto al Senato su Patrick Zaki, dove abbiamo dimostrato quanto poco basta per dare dignità sociale a un ragazzo che ha il solo crimine di voler essere libero, prima nel pensiero e, oggi, fisicamente.
In questi giorni mi sono scontrato duramente sul ddl Zan e ho potuto constatare quanto l’ideologismo sia un buco nero che inghiottisce tutto e tutti e trasforma le persone, trasforma anche noi stessi, nella nostra peggiore versione. L’ideologismo è foschia. L’ideologismo è il Minotauro della nostra era. Il ddl Zan non fa altro che prendere l’articolo 3 della Costituzione e tenta aprire lo sguardo sui diritti della dignità sociale. In questo modo, quando nella Costituzione, parliamo di “essere uguali di fronte alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali”, affianchiamo, anche, “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”. Dobbiamo prendere atto che il concetto di dignità sociale conserva al suo interno già le fattispecie di uno e l’altro gruppo. Il disegno di legge di Alessandro Zan non permette cose incredibili o indicibili. Permette a un giudice di mettere un’aggravante se l’atto discriminatorio o violento è stato fatto sulla base di orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, così come già esiste per sesso, razza, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali. Chiunque dica qualcosa di contrario è in mala fede e vittima dell’ideologismo ed è un narratore di Fake News. Ma l’ideologismo fa di peggio: abusa, in modo consapevole, della libertà d’espressione fino al punto tale da ignorare la dignità sociale degli individui e porsi al di fuori dello spettro costituzionale.
“Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità”. Queste sono le parole di Papa Francesco nell’enciclica ‘Fratelli tutti’. La riporto solo per fare insieme una lunga riflessione sulla differenza tra religione cattolica e integralismo cattolico. In buona sostanza, giustappunto, tra ideologia e ideologismo.
In ultimo, intorno a tutto questo discorso, esiste un altro termine che brucia, quello della responsabilità. Chiunque perpetui dell’ideologismo ha la responsabilità, oltre a quelle di deformare a proprio gioco la realtà, di offrire un modello distopico su cui, alcuni, possono adattarsi e credere. Molti casi di cronaca ci insegnano che dobbiamo essere cauti e responsabili delle cose che diciamo, di quello che facciamo. È la responsabilità della politica su cui, in ultimo, abbiamo il dovere di fare controllo sociale e costante contro la diffusione di informazioni false e tendenziose. Perché in quelle falsità qualcuno, prima o poi, ci crederà davvero e le conseguenze potrebbero essere davvero, davvero, davvero pericolose.
A fine di questa lunga riflessione del Venerdì, nella speranza di non avervi annoiato troppo, trovo sia opportuno lasciarvi con un testo che da un lato è speranza e dall’altro è e rappresenta il nostro filo di Arianna per uscire dal labirinto.
(…) “Non ho mai perduto la speranza che questa grande trasformazione potesse realizzarsi, non soltanto per merito dei grandi eroi che ho citato, ma soprattutto per il coraggio degli uomini e delle donne comuni del mio paese. Ho sempre saputo che nel fondo di ogni cuore umano alberga pietà e generosità. Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione, o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio. Anche nei momenti più cupi del carcere, quando io e i miei compagni eravamo allo stremo della resistenza, il fatto di scorgere un barlume di umanità, magari soltanto per un istante, in qualcuno dei guardiani, era sufficienti a darmi coraggio per andare avanti. Nell’uomo la bontà è una fiamma che può rimanere celata, ma mai estinguersi completamente.”
(Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà)
(16 aprile 2021)
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