di Daniele Santi
Il grande vecchio di Arcore che dispensa cachemire al fondamentale grido di “basta camicie bianche, Matteo”; la voce soave della presidente del Consiglio Meloni che canta “La canzone di Marinella” in una cover devastante e devastata; un aereo per raggiungere il suo vicepresidente in una villa vicino al lago di Como. E’ la divina sobrietà delle destre che dopo una settimana indimenticabile in cui hanno persino dovuto avere a che fare con umani morti recuperano le forze di spassarsela tra amici alla festa di compleanno per i 50 anni di Matteo Salvini.
Certamente bisogna festeggiare i suoi unici 50 anni, dato che difficilmente in quanto essere umano ne vivrà altri 50 e certamente una manifestazione gaudente che le viziatissime destre che gozzovigliano mentre un paese langue e attende decisioni che non arrivano. Come dite? E’ una vergogna?
Magari anche sì, ma sta nella normalità delle cose e dato che con il ragionamento non c’è modo di far capire a questa Italia di che pasta è fatta la destra che votano, non resta che lasciare che sia proprio questa destra che votano a convincerli di che pasta son fatti. Mentre il PD s’indigna, a noi non va di scomodare la tragedia di Cutro e i comportamenti della compagine governative che con settantaquattro morti annegati nelle sue acque si trova a far festa con viaggi aerei e lussi che i poveracci – quelli vivi – ; abbiamo troppo rispetto per i morti per tirarli in ballo a sottolineare le brutture dei vivi di potere che festeggiano allegri e beati mentre tolgono i sussidi a chi non ha i soldi per mangiare.
Del resto prima di lanciarsi alla caccia degli scafisti per tutto il globo terracqueo un po’ di relax ci vuole.
(11 marzo 2023)
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