di Massimo Mastruzzo*
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro della legge che mirava a dimezzare l’uso di pesticidi chimici nell’Unione: poter continuare ad usare prodotti fitosanitari chimici, è la prima vittoria degli agricoltori che in queste settimane stanno protestando lungo le strade e le piazze delle nostre città.
I consumatori d’altro canto probabilmente fanno confusione tra i vecchi contadini che zappavano i terreni e mungevano le mucche, e questi imprenditori agricoli che giustamente, in quanto tali, guardando agli utili, vogliono continuare a produrre in modo intensivo, vogliono usare fitofarmaci e sostanze chimiche, vogliono mantenere, ad esempio il record della provincia di Brescia che conta più maiali che abitanti con la Lombardia prima regione per numero di suini allevati di tutta Italia. Qui vivono quasi 4,4 milioni di maiali – ovvero il 50% della produzione nazionale; regione con anche il maggior numero di capi bovini allevati in Italia: quasi 1,5 milioni, il 27% del totale, concentrati, anche questi, soprattutto tra Bergamo e Brescia.
Il regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Sur) era stato presentato a giugno 2022 con l’ambizioso obiettivo di dimezzare i pesticidi entro il 2030. Prevedeva inoltre il divieto totale di impiegare questi prodotti nelle aree sensibili, come gli spazi verdi urbani e i siti classificati “Natura 2000”, promuovendo l’adozione di alternative a basso rischio.
La decisione di ritirare la legge arriva proprio nei giorni delle proteste degli agricoltori in tutta Europa, che tra le altre rivendicazioni puntano il dito contro le politiche ambientali dell’Ue. Ovvero, sotto la pressione di partiti conservatori e lobbisti del settore, il ritiro della proposta di legge sui pesticidi rappresenta la prima sconfitta politica per il piano di azzerare le emissioni nette di gas climalteranti nell’Ue entro il 2050.
Siamo sicuri come che come consumatori abbiamo chiaro che si tratta di una questione molto complessa che viene banalizzata dai social senza un reale approfondimento sui pro e i contro di una protesta che, tra le pur presenti rivendicazioni condivisibili, contiene proprio nella produzione alimentare uno dei settori maggiormente impattanti dal punto di vista ambientale?
Giusto per buttare qualche numero sul tavolo del confronto, la Environmental Working Group (EWG) si occupa di analizzare i prodotti della terra venduti nei supermercati al fine di scoprire fino a che punto essi siano contaminati dai pesticidi:
- le fragole nel 2023 sono state al primo posto della classifica per la loro forte contaminazione da pesticidi, seguite dalle pesche, le pere, le nettarine, le mele, l’uva e le ciliegie.
Non esiste prospettiva senza più punti di vista.
*Referente Regionale Lombardia MET -Movimento Equità Territoriale
(7 febbraio 2024)
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