Pesantissima accusa quella che pende sulla testa del 51enne dipendente del Comune di Lambiate, dove lavora dal 2019 svolgendo il delicato incarico di responsabile dei procedimenti del servizio Lavori pubblici, arrestato e messo in carcere con l’accusa di associazione mafiosa per avere fornito la sua la sua carta d’identità al latitante Matteo Messina Denaro che prima di essere “Andrea Bonafede” era “Massimo Gentile”.
le rivelazione dagli oltre mille pizzini e tre telefoni sequestrati il giorno della cattura di Matteo Messina Denaro che continuano a rivelarsi un vero e proprio tesoro un tesoro per decifrare i segreti dell’ultimo padrino della mafia stragista, scomparso qualche mese fa.
Il blitz dei Carabinieri del Ros, coordinato dalla procura di Palermo diretta da Maurizio de Lucia, ha portato a tre arresti.
(28 marzo 2024)
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