Siamo di nuovo al Salvini-Zelig con cravatta rossa e abito scuro, in perfetto Trump-Style, ma per ora un po’ più magro, e subito si precipita a parlare di sé e del fatto che “rischio sei anni di galera per avere difeso i confini nazionali”. Riesce a dire che è autonomista, riferendosi alla repubblica elvetica che ha un “grande orgoglio nazionale”.
Musk è un eroe, dice Salvini a Otto e Mezzo, perché “paga duecentomila stipendi” – ci mancherebbe altro che i suoi operai lavorassero gratis, ma non siamo molto distanti da quello – e comunque anche “l’Emilia-Romagna” ha usato “la connessione di Musk durante l’alluvione”. Insomma non un affarista senza scrupoli, ma una specie di eroe da deificare; non uno che entra a gamba tesa nella vita dei cittadini di un paese sovrano, ma uno che può permettersi di dire al nostro presidente della Repubblica – in soldoni – che lui dice quello che cazzo gli pare perché la libertà di espressione è garantita da costituzione statunitense e italiana.
Poi salta tutte le domande (“rischio sei anni di galera per avere difeso i confini nazionali”) e si precipita su un giudice che avrebbe scarcerato un albanese che aveva undici chili di cocaina in macchina. Che speriamo non sia la stessa storia dell’inesistente spacciatore del campanello di Bologna. Insomma il Salvini-Zelig continua a non dire niente, si arrampica sul nulla, non risponde alle domande e poi regala baci perugina. Imbarazzante.
(13 novembre 2024)
©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata