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Nico Vascellari, al sua mostra “Pastorale” a Milano dal 31 marzo

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di Effegi

Ci sono presenze che abitano le soglie tra i mondi. Entità che si nascondono nei recessi della materia, negli interstizi del tempo, nelle pieghe della realtà che crediamo di conoscere. Sono spiriti? Fantasmi? Residui di un passato remoto? Creature di un futuro non ancora scritto? O forse sono semplicemente qui, accanto a noi, da sempre, e solo ora iniziamo a vederli?

Nico Vascellari, con la sua nuova grande mostra Pastorale, in apertura il 31 marzo 2025 alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano, ci offre un indizio: i boop sono esseri di passaggio, di transizione, di metamorfosi. Sono il popolo invisibile che, spinto da una forza sconosciuta, è costretto a emergere, a rivelarsi, a trovare un posto in un mondo che cambia sotto i nostri occhi.

Ma perché proprio ora? Perché proprio in questa città?

boop non sono solo figure decorative o personaggi di fantasia. Sono qualcosa di più inquietante e affascinante al tempo stesso: incarnano la tensione tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, tra il passato sepolto e il futuro in costruzione. Sono custodi di Pastorale, ma anche testimoni di un’epoca instabile, precaria, fragile.

E allora chi sono veramente? Sono creature fuggite da un altrove sconosciuto, o siamo noi a non aver mai voluto riconoscere la loro presenza?


Creature senza forma, esseri in continua trasformazione

Nico Vascellari non fornisce risposte definitive, né descrizioni precise. I boop non hanno una forma fissa, non appartengono a un’unica dimensione. Sono esseri mutevoli, cangianti, ibridi.

Alcuni potrebbero sembrare animali preistorici sfuggiti a un’era dimenticata, altri potrebbero ricordare organismi microscopici ingranditi a dismisura, altri ancora potrebbero apparire come esseri sintetici, nati da un codice genetico artificiale, o magari entità virtuali in cerca di una corporeità che ancora non possiedono.

Questa loro indeterminatezza li rende affascinanti e, allo stesso tempo, inquietanti. Non sappiamo se siano amici o nemici, se siano qui per salvarci o per osservare la nostra lenta decadenza. Sono portatori di un messaggio, ma sta a noi decifrarlo.

La loro essenza fluida ricorda le antiche figure del folklore, gli yōkai giapponesi, gli spiriti erranti delle fiabe nordiche, le presenze misteriose delle leggende popolari. Come queste creature mitiche, i boop si muovono ai margini della percezione, in uno spazio intermedio tra ciò che possiamo comprendere e ciò che rimane inafferrabile.

Eppure, non sono semplicemente echi di tradizioni passate. I boop appartengono al nostro tempo: il tempo dell’incertezza, della transizione, della continua ridefinizione dell’identità.

Emerge allora una domanda essenziale: i boop sono creature autonome, o sono un riflesso della nostra società liquida, in cui tutto muta, tutto sfugge, tutto si trasforma senza mai fissarsi in una forma definitiva?


Pastorale
: un titolo che nasconde un inganno

Il titolo della mostra, Pastorale, potrebbe trarre in inganno. La parola evoca paesaggi bucolici, armonia tra uomo e natura, un mondo semplice e incontaminato. Ma se c’è un tratto distintivo nell’opera di Nico Vascellari, è la sua capacità di sovvertire le aspettative, di capovolgere le immagini che crediamo familiari. La sua Pastorale non è un’ode alla serenità, ma un rituale di resistenza. Viviamo in un’epoca segnata da crisi globali: crisi ambientali, guerre, disastri ecologici, tensioni sociali sempre più acute. L’idillio pastorale è ormai un’illusione, un sogno infranto. Ecco allora che i boop diventano simboli di questo mondo in frantumi.


Un’invasione silenziosa: i 
boop conquistano Milano

Uno degli aspetti più rivoluzionari della mostra è che i boop non si manifesteranno solo dentro Palazzo Reale, ma invaderanno Milano prima ancora dell’apertura dell’esposizione.

A partire dal 24 marzo, ogni giorno per due ore, queste misteriose creature appariranno sugli schermi digitali della città: nelle piazze, nelle vie principali, nei punti più frequentati del centro.

Non si tratterà di una semplice campagna pubblicitaria. Sarà un evento artistico autonomo, una presenza che interromperà la routine urbana con un interrogativo: chi sono queste creature? Da dove vengono? Perché sono qui?

Il loro passaggio trasformerà la città in un laboratorio visivo, in una sorta di palcoscenico in cui il confine tra arte e vita quotidiana si dissolve. Il pubblico non sarà più solo spettatore, ma parte di un’esperienza collettiva, di un gioco di percezioni in cui la realtà si deforma e si arricchisce di nuovi significati.

Un’esperienza che cambia lo spettatore

Alla fine, Pastorale non è solo una mostra da visitare. È un’esperienza che ci attraversa, che ci costringe a ripensare il nostro rapporto con lo spazio, con il tempo, con le immagini.

boop non sono solo esseri fantastici: sono specchi deformanti, strumenti per mettere in crisi le nostre certezze. Quando l’esposizione chiuderà, i boop torneranno nel sottosuolo? O resteranno con noi, come presenze sottili, come frammenti di un mondo che non abbiamo ancora imparato a vedere? Forse, dopo averli incontrati, qualcosa in noi sarà cambiato. Forse, senza rendercene conto, saremo diventati anche noi un po’ boop.

 

 

 

 

(25 marzo 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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