Eccola l’annuale doppia commemorazione di Dongo (Como) teatro, nuovamente, di una manifestazione che inneggia al fascismo autorizzata con tutti i crismi, si presuppone quindi che non ci saranno identificazioni plurime alla Ascoli Piceno, con altrettanta contro-manifestazione dell’ANPI, a ricordo della Liberazione. Un’ottantina i nostalgici fascisti ad onorare i gerarchi fucilati sul lungolago di Dongo, sull’alto lago di Como, dove fu catturato Benito Mussolini in fuga.
La manifestazione nostalgica, come è definita da Il Giorno, è un’iniziativa di commemorazione dei gerarchi, in programma proprio davanti al molo dove il 28 aprile 1945 avvenne la fucilazione. Straordinario lo slogan: “Non vegliamo un sepolcro ma rinnoviamo l’idea inestinguibile”. Alla manifestazione avrebbe dovuto prendere parte anche la Comunità militante dei dodici raggi (Do.Ra), associazione varesina di dichiarare simpatie naziste. Non c’eravamo, non siamo stati testimoni della loro presenza.
Così mentre da una parte non si vegliava “un sepolcro” ma si sperava immaginiamo cosa, in piazza Paracchini l’Anpi e le sigle antifasciste, chiamando a raccolta associazioni e cittadini dalle 8.30 al grido di “Memoria significa Resistenza”, organizzavano un presidio “a difesa della memoria e della piazza storica intitolata al martire partigiano Giulio Paracchini dalla provocazione delle camicie nere”.

Ottanta braccia rubate all’agricoltura facevano il saluto romano e da qualche altra parte si cantava Bella Ciao. Che male non fa ed è, almeno, allegra. E la si canta anche lavorando. Per dire, mica per puntare il dito.
(27 aprile 2025)
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