di Giancarlo Grassi, #politica
Era un momento di orgasmo, quello pre-elettorale, poi il coito si conclude e ci si sgonfia (in tutti i sensi), nel quale andava bene qualsiasi cosa venisse detta. Salvini tripudiava di tronfi “A Milano non vinceremo, stravinceremo” questo qualche giorno prima che le elezioni reali, quelle dove tocca vincere nelle urne e non nei sondaggi, imponessero il coitus interruptus.
Salvini infatti non ha perso, ha straperso portando con il suo candidato, antifascista ma anche no, no-vax ma anche sì, programmi pochi, ma anche nessuno e tanta confusione, Beppe Sala alla vittoria al primo turno con oltre il 57% dei voti. Un trionfo.
Non succedeva da diverse elezioni che candidati del centro-sinistra vincessero al primo turno. Così ora a Salvini tocca l’autocritica, quella che deve avere imparato quando era comunista anti-proibizionista alcuni lustri prima della folgorazione sulla via della Lega proibizionista e forcaiola.
Salvini ha perso e ha perso lui, con le sue scelte sbagliate e il continuo racconto, a loop, di un paese che è in guerra quando gli Italiani vogliono pace e tranquillità ed essere governati col cervello e non coi piedi. Ora a Salvini resta una sola strada, diventare lo scendiletto di Draghi, cioè avvallarne tutte le scelte, cioè diventare più draghiano di Draghi stesso.
Questo avverrà se i quattro moschettieri Giorgetti-Zaia-Fedriga-Fontana non lo faranno saltare in aria prima.
(5 ottobre 2021)
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