di Daniele Santi, #Politica
Secondo quanto scrive il quotidiano Repubblica la “zona rossa” dovuta ad “errore” nella comunicazione dei dati è costato ai milanesi che lavorano, e che Fontana e la sua giunta raccontano di voler tutelare da Roma ladrona, ben 600 milioni di euro. Trattandosi della classe sociale alla quale la destra dei disastri da Covid del presidente che giocherellava con le mascherine di fronte a un webcam la faccenda è seria.
E’ seria e spiega in parte come mai Fontana e la sua vicepresidente Moratti messa lì a tutela, della quale una petizione chiede le dimissioni immediate, si stiano tanto impegnando a dare la colpa dell’errore (che sembra proprio essere stato del Pirellone) al governo di Roma. Non vogliono assumersi la responsabilità di avere sbagliato. Perché la destra irresponsabile di questo paese ha come obbiettivo quello di dare la colpa agli altri. Tanto qualcuno contro cui puntare il dito c’è sempre.
Come abbiamo scritto qui la questione non può, evidentemente, essere “risolta con un semplice “Ci siamo sbagliati, scusateci. Può succedere” e tutto “diventa l’ennesimo casino di stato da perenne campagna elettorale con il ministro Boccia da un lato che ha ribadito, in un’intervista al Corriere della Sera, come l’errore nel calcolo dell’Rt sia stato del Pirellone, (citiamo Il Fatto Quotidiano) che in questo modo ha costretto in zona rossa la Lombardia per una settimana. Non del Governo. Rettificati i dati la Lombardia torna arancione (anche se è verde, e non solo di bile). Poi c’è ciò che dice l’Istituto Superiore di Sanità, che non è un’organo politico: “A volte basta dire la verità per essere nel giusto. I dati trasmessi la scorsa settimana erano incompleti, per ammissione degli uffici di Regione Lombardia. Questa settimana hanno trasmesso e certificato dati che loro stessi hanno definito ‘rettificati’“, insomma cronaca di un disastro annunciato.
Succede però, dato che le associazioni, singole imprese e alcuni sindaci stanno pensando ad una maxi causa civile per il risarcimento, che la faccenda si faccia seria e che ci sia assolutamente bisogno di un colpevole perché il colpevole paghi, in denaro sonante, o trasferimenti bancari, i danni provocati – stimati per l’appunto in 600 milioni di euro – di una settimana “rossa” della quale non c’era bisogno.
Per scoprire come sono andate le cose toccherà dare un’occhiata ai file preparati al Pirellone e inviati a chi di dovere e alle loro eventuali modifiche, perché buon file non mente, e chi ha sbagliato pagherà.
Tutto il resto è la solita propaganda leghista che dura dai tempi del disgraziato rifiuto di Gallera l’Indimenticabile di chiudere Bergamo perché la “Legge non lo permetteva” salvo poi rettificare perché “aveva studiato” e la chiusura poteva essere fatta. Cambiano gli occupanti delle poltrone ma il berlusco-salvinismo lombardo non cambia mai.
(24 gennaio 2021)
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