di Giovanna Di Rosa
Già in un paio di occasioni abbiamo suggerito di fare presto, proprio come se contassimo più del due di picche, ma l’abitudine al balletto delle poltrone, al tana liberi tutti (ma questo posto è mio), all’essere capo supremo e guai a chi mi tocca il paese perché l’ho creato io (e già che c’era poteva farlo meglio), al mio centrodestra (che ci vuole coraggio a mettere quel centro al fianco di quella destra), impedisce di andare oltre le poltrone.
Il gioco si spinge molto in là, fors’anche troppo e il rischio di trovarsi italiani con forconi in piazza non è lontano dalla realtà (si sentono cose inquietanti per le strade, mentre i neofascismi violenti e populisti già io apro, già no green pass, già no vax, già qualsiasi cosa, oggi si spostano sul fronte ambientalista – a Radio 24 nella mattinata del 20 ottobre dall’eloquio raccapricciante ha detto tutto e il contrario di tutto dimenticandosi di commentare quanto si inquina nel momento in cui ci si sposta per manifestare.
Non ha vinto il capo supremo dunque perché stare al Governo o forse, ancora peggio, perché formare un Governo? Hanno una tale patata bollente tra le mani che, non avendo nessunissima fiducia in loro, il sospetto che si siano pentiti di avere vinto e vogliano sbolognare il governo a qualcun altro è forte, forte, anzi fortissimo.
Mentre si consultano riflettiamo insieme. Ora pro nobis.
(20 ottobre 2022)
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