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“Il Venerdì Politico”. L’ipocrisia della responsabilità

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di Luca Venneri, #ilvenerdipolitico

 

In questo venerdì politico non possiamo sottrarci dal parlare di crisi. Le consultazioni, almeno il primo giro, stanno volgendo al termine. A breve scopriremo la prima mossa del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le possibilità più accreditare sono il reincarico a Giuseppe Conte, che verosimilmente accetterà con riserva, oppure un incarico esplorativo a persona terza. In queste settimane tuttavia esistono due termini che sono ricorsi e definisco bene il perimetro di questa crisi e sono: responsabili e raccogliticcia.

Nel primo caso si parla delle persone che dovrebbe offrirsi a fare da “quarta gamba” al governo Conte ter che lo renderebbe più stabile. Nel secondo, invece, rappresenta la realtà dei fatti, che i numeri al Senato non ci sono e, anche, qualora si raggiungesse il magico numero di 161 esso non rappresenterebbe in alcun modo una sicurezza ma solo un tiepido minimo indispensabile per pensare a una maggioranza. D’altronde, esclusi i casi dei governi di minoranza che in Italia si possono contare sulla punta delle dita di una mano, come possiamo avere una maggioranza senza una maggioranza?
I termini offrono sempre spunti interessanti. Ritornando a responsabili, il termine deriva dal latino responsus, participio passato del verbo respondere. In altri termini responsabile è colui che è impegnato a rispondere, a sé stessi e agli altri, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano.
Responsabili, oggi, non possono essere solo definiti coloro che, a vario titolo, vorrebbero offrirsi per dare stabilità a un nuovo governo a Conte. Possiamo davvero pensare che gli unici responsabili devono essere coloro decidono di cambiare casacca e mettersi a disposizione della maggioranza Conte?
C’è un profondo senso di ipocrisia in questa operazione. L’ipocrisia di chi predica responsabilità ma non riesce a essere profondamente responsabile. Se davvero ci fosse profondo senso di responsabilità e rispetto nei confronti degli italiani, del momento di crisi pandemica ed economica, allora i primi a doversi sentire responsabili sono proprio coloro che cercano di condurre questo paese. La maggioranza rimasta, Conte in primis, dovrebbe farsi carico, essere impegnata a rispondere delle proprie azioni e comprendere che la contingenza impone delle scelte difficili, anche quella di trovare un’intesa con Italia Viva.

Questa è la summa della responsabilità che non c’è, ma che si pretende da altri in un’operazione che non riesce a vedere la luce. Trovo che sia irresponsabile non riuscire a tenere insieme pezzi, oggi indiscutibilmente fondamentali, per continuare l’azione di governo. In questa mancata responsabilità emerge l’arroganza e la protervia di coloro che hanno creduto di poter fare a meno di qualcuno senza assumersi alcuna responsabilità se non quella di chiederla ad altri. Una volta Jean-Paul Sartre disse: “Non si fa quello che si vuole. Tuttavia si è responsabili di quello che si è”.

 

(29 gennaio 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 




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