di Giancarlo Grassi, #Politica
E’ tutta un distinguo questa destra impresentabile che solo in occasione del 25 aprile si ricorda, dolorosamente, che gli Italiani hanno scelto l’antifascismo che avrebbero dovuto scegliere anche loro senza mascherarsi da democratici. Così l’ennesima boutade del tribuno leghista la cui poltrona di segretario scotta ogni giorno di più, il suo classico “sto con i figli”, perché i figli vanno tenuti fuori dalla politica come insegnava mesi fa, sul 25 aprile e la battuta di La Russa “troppe marcette” ricordano, come se ce ne fosse bisogno, perché il 25 aprile va celebrato.
Dev’essere occasione di riflessione, questo 25 aprile, la festa di Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, anche per coloro che alle battute da bar e alle battute salviniane danno ascolto. E deve essere chiaro: che Salvini o uno qualsiasi dei suoi compagnucci di revisionismo partecipino alle celebrazioni o no è del tutto irrilevante. Il 25 aprile è la festa di Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, se a Salvini non piace e vuole prendere come scusa il coprifuoco (vedasi foto in alto, in pieno obbligo dl distanziamento sociale e dell’uso della mascherina), significa che la sua non è politica, ma è gusto della provocazione e della presa in giro di coloro che ci cascano, per un voto in più ad ogni costo. Dunque c’è solo da augurarsi che il tempo, Giorgetti e Zaia facciano presto.
(25 aprile 2021)
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