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Assolto “perché il fatto non sussiste”. La “macchina del fango” non ce l’ha fatta: Simone Uggetti si è ripreso in mano la vita

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di Valerio Esposti, #Milano

Un incubo che è durato un intero lustro: assolto “perché il fatto non sussiste”. Il verdetto non restituisce a Simone Uggetti cinque anni trascorsi in attesa di poter dimostrare la sua piena innocenza, ma è sicuramente un riscatto morale che sa di vittoria indimenticabile. L’esponente Dem di Lodi si dimise dalla carica di sindaco nel maggio 2016: accusato di turbativa d’asta nel cosiddetto “caso piscine”, fu arrestato: scontò dieci giorni nel carcere di San Vittore e altri 25 ai domiciliari. Nel novembre 2018 la condanna a dieci mesi inflitta in primo grado.

Martedì 25 maggio era presente alla lettura della sentenza, presso la Corte d’Appello di Milano: l’immagine delle sue lacrime liberatorie hanno fatto il giro del web. Un pianto che racchiude commozione ed emozione, e la tensione: quella accumulata per tanto, troppo tempo.

Nelle rare occasioni in cui ha pubblicamente espresso un commento, lo ha fatto con un convinto “ho sempre agito nell’interesse pubblico”. All’indomani del pronunciamento del tribunale, nel corso di una conferenza stampa indetta mercoledì 26 maggio a Lodi, Simone Uggetti ha potuto finalmente dire la sua su quello che ha vissuto.

“Dopo cinque anni posso parlare”: racconta della solidarietà ricevuta da tanti big della politica, della telefonata di Beppe Sala. E poi decine, centinaia di messaggi e telefonate da parte di tantissima gente: sostenitori, amici, conoscenti, ma anche avversari politici. Ha sottolineato quanto abbia pesato “il clima d’odio” vissuto durante e dopo il carcere, filo conduttore di una testimonianza accorata. Prima di rispondere alle domande dei giornalisti, è intervenuto anche su altri temi: la gogna mediatica, le insinuazioni subite (fu tacciato di aver gestito un “sistema”), l’onta delle manette, e la disinvoltura di certa stampa (anche locale) troppo incline a sbattere “il mostro” in prima pagina.

Insieme a Uggetti, sono stati assolti con formula piena altri tre imputati: Luigi Giuseppe Demuro, Cristiano Marini. Resta l’amarezza di una vicenda che ha innanzitutto colpito duramente l’esistenza di una persona, rivelatasi poi estranea alle accuse: niente e nessuno potrà restituire cinque anni di vita passati a reclamare la propria innocenza. Il “nuovo inizio” sa però di soddisfazione, serenità, e il camminare a testa alta. La “macchina del fango” non ce l’ha fatta: Simone Uggetti si è ripreso in mano la vita.

 

(27 maggio 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 




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