di G.G. #Politica
Eccoli tutti gli splendori della Lega. Mentre in Sicilia si riesuma l’assessore che “spalmava i morti” [cit.] ecco la scure della Giustizia sulle povere teste dei contabili della Lega implicati nella questione Lombardia Film Commission, tristissima storia di fondi spostati di qua e di là, con accoglimento pieno delle tesi dell’accausa e pene superiori a quelle richieste.
Cinque anni ad Alberto Di Rubba. Quattro anni e quattro mesi ad Andrea Manzoni. Pene più dure di quanto chiesto dall’accusa per gli ex revisori contabili della Lega in Parlamento, condannati dal gup di Milano Guido Salvini al termine del processo con rito abbreviato sull’affare Lombardia film commission. Informa Repubblica.
Una faccenduola impegnativa che ha visto persino il Comune di Milano costituirsi parte civile con blocchi di fughe verso il Brasile, pentoloni scoperchiabili forse scoperchiati chissà fino a che punto, soldi che giravano come trottole, il Sostegni che collabora e va ai domiciliari e il commercialista Scillieri, vicino alla Lega di Salvini, che patteggia 3 anni e 4 mesi. E patteggiò anche il cognato.
Accolto in toto, scrive ancora Repubblica, l’impianto accusatorio della procura, che con il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi avevano chiesto quattro anni e otto mesi per Di Rubba e quattro anni per Manzoni. I due professionisti erano imputati per turbativa d’asta e peculato, accusati di aver pilotato la compravendita sull’immobile di Cormano, grazie alla quale hanno distratto 800mila euro di fondi pubblici stanziati dalla Regione Lombardia. Tutto all’insegna del “Prima gli Italiani” e se son leghisti è meglio.
Se ci va bene non è neanche finita del tutto quella storia lì. Perché davvero questi leghisti non ci fanno mancare nulla. All’insegna del “massimo rispetto, ma massimo dissenso” l’avvocato difensore ha annunciato ricorso in appello.
(3 giugno 2021)
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