di Redazione, #dirittiumani
La diplomazia italiana in questo caso è riuscita a liberare la giovane studentessa italo-marocchina ingiustamente ed ingiustificatamente – per odio misogino di una non meglio precisata piccola organizzazione religiosa marocchina, che l’ha denunciata – per aver condiviso su Facebook un’immagine considerata oltraggiosa per l’Islam. La giovane ha sempre sostenuto che a postarla su suo profilo era stato un altro utente – l’analisi della provenienza del post sarebbe stata assai semplice, a volerapprofondire.
Tre anni la prima condanna e la Corte d’Appello che rivede la sentenza a due mesi. Già scontati, dato che Ikram Nazih era in prigione da giugno. Una bella notizia.
(23 agosto 2021)
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