di Daniele Santi
Alla volata finale dei quattro candidati alla segreteria del PD mancava una polpetta avvelenata e potendo fare poco per scoperchiare pentoloni che raccontassero il vuoto cosmico, eccola arrivare sotto forma del prode Dino Giarrusso, già Iena e già M5S, che ha reso nota la sua adesione al PD per sostenere Stefano Bonaccini durante la due giorni del candidato segretario a Milano il quale poi gliele canta chiare.
Freddini anche gli altri candidati, con il Comitato Bonaccini che si smarca con Piero Fassino che tuona: “Prima chieda scusa”; Nardella che commenta: “Vuole salire sul carro del vincitore” e Giorgio Gori che, saggiamente, suggerisce: “Giusto porre qualche limite”. Insomma siamo di fronte a un polpettone avvelenato di un’ottantina di chili che si sta sgolando per dire a tutti “Io sono di sinistra e sarò disciplinato” – sembra di essere davanti al bambino del post-marachella che promette “Mamma da ora in poi sarò bravo” – ma al quale nessuno crede. Particolarmente caustico è Matteo Renzi: Finalmente smetteranno di dire che Bonaccini è renziano, sono felice per lui”. Insomma Giarrusso si autoconsegna a casa Bonaccini senza ordinazione.
Una serie di telefonate a persone di nostra conoscenza, amici e collaboratori di fede PD, ci fanno subito rendere conto che Giarrusso nel PD non soddisfa, alcuni di loro – bonacciniani convinti nel pre-Giarrusso – hanno addirittura deciso che non parteciperanno alle primarie qualora l’ex M5S dovesse entrare nel PD. Gelida Elly Schlein: “Ognuno si sceglie la sua squadra”.
(28 gennaio 2023)
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