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A Brescia respirare aria fa male

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di Massimo Mastruzzo

L’Aea, l’Agenzia europea dell’ambiente aveva già evidenziato come Brescia fosse, ancora, una delle città più inquinate d’Europa. L’ultimo report dell’Aea aveva già rilevato come Brescia fosse tra le peggiori realtà urbane d’Italia e di tutto il continente, al 358esimo posto su 375 città prese in esame, in sestultima posizione tra le città italiane.

Purtroppo però l’aria “fuori norma” non è un problema che riguarda solo la città di Brescia, ad essere “ammalata” è l’aria di quasi tutti i comuni della provincia, questo perché a fronte un limite giornaliero stabilito di 50 µg/m3 giornaliero(microgrammi/metro cubo) per il Pm10, le cosiddette “polveri sottili”, e dove legge indica anche che tale superamento possa avvenire per un massimo di 35 giornate in un anno e, ad un valore di 40 µg/m³, il livello medio tollerato nell’anno, centinaia di comuni hanno sforato questo limite; 99 quelli che lo ha fatto per oltre 70 giorni. Nello specifico:

  • Montichiari e Rezzato 70 giorni;
  • Pontevico 73;
  • Borgosatollo 76;
  • Bassano Bresciano, Leno, San Gervasio Bresciano, e Dello 77;
  • Verolanuova e Montirone 78;
  • Cigole 79;
  • Offlaga 81;
  • Castenedolo 82;
  • Manerbio 83.

In generale, è tutta la zona della Pianura Padana a confermarsi come una delle più inquinate d’Europa. La top ten della classifica negativa subito dopo Brescia comprende le città di Piacenza (357esima posizione), Bergamo (358esima), Alessandria (353), Asti (352) e Verona (351).

SUI BAMBINI I DANNI MAGGIORI

L’esposizione materna all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza è legata a un basso peso alla nascita e al rischio di parto prematuro. Dopo la nascita, l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di problemi di salute, come asma, ridotta funzionalità polmonare, infezioni respiratorie e allergie, o può aggravare condizioni che ci sono già, rendendole croniche come l’asma. L’aria inquinata incide anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che migliora del 13% nelle scuole con i più bassi livelli di polveri sottili nell’aria.

Perché le bambine e i bambini rischiano di più? Ecco spiegato in sintesi:

  • Durante l’infanzia si ha un’esposizione agli inquinanti proporzionalmente maggiore rispetto agli adulti;
  • In rapporto al peso, bambine e bambini consumano una quantità maggiore di cibo, acqua e aria;
  • Il sistema metabolico dei bambini nei primi anni di vita è immaturo;
  • In molti casi, sono meno capaci degli adulti di espellere e disintossicare i composti tossici;
  • Lo sviluppo iniziale di bambine e bambini crea finestre di grande vulnerabilità.
  • Poiché bambine e bambini hanno più anni di vita futura rispetto alla maggior parte degli adulti, hanno più tempo per sviluppare malattie croniche che possono essere innescate da esposizioni precoci.

Senza dimenticare inoltre che le province di Verona, Vicenza e Padova sono state colpite nel 2013 dallo scandalo ambientale della ditta chimica Miteni accusata di aver inquinato la falda acquifera (con un danno certificato dall’Ispra di 136,8 milioni di euro); oltre l’80% dei bambini/e esaminati nella zona rossa avevano quantità di PFAS nel sangue ben superiori a quelle rilevate nelle popolazioni esposte a contaminazione di fondo.

Ma quella dei PFAS è un’altra storia…inquinata.

 

(11 luglio 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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