di Fabio Galli
La mostra “Perdere la testa” alla Galleria BKV Fine Art di Milano (via Fontana 16), in programma fino al 17 gennaio 2025, rappresenta un affascinante e macabro viaggio nella storia dell’arte, concentrandosi su uno dei motivi più inquietanti e ricorrenti: la testa mozzata.
Questa esposizione, curata da Leyre Bozal, riunisce 64 opere che attraversano cinque secoli di storia, dal Cinquecento ai giorni nostri, e invita il pubblico a riflettere sul simbolismo e la fascinazione per la decollazione. Un tema che, pur nascendo in contesti religiosi e mitologici, trova oggi nuove declinazioni artistiche, sociali e politiche. La mostra è concepita come un dialogo tra passato e presente. Il percorso espositivo si articola in sezioni tematiche, ciascuna dedicata a una figura iconografica celebre per la decapitazione:
San Giovanni Battista – La decollazione del Battista è uno dei soggetti più rappresentati nell’arte sacra. Opere di Giuseppe Vermiglio, Mario Balassi e Claude Vignon mettono in scena il momento drammatico in cui Salomè riceve la testa del santo su un vassoio.
Giuditta e Oloferne – La celebre eroina biblica che salva il suo popolo decapitando il generale nemico è protagonista di opere di Giovanni Battista Maino e altri maestri del Seicento.
Davide e Golia – Il giovane pastore che decapita il gigante Golia diventa simbolo della vittoria del debole sul forte.
Martiri e Santi – La testa mozzata come simbolo di sacrificio e redenzione, con sculture lignee e marmoree del Cinque e Seicento raffiguranti santi e giovani martiri.
Oltre ai soggetti biblici e mitologici, la mostra presenta anche:
Scene allegoriche e politiche – La decapitazione come metafora di sovversione, giustizia o vendetta.
Visioni contemporanee – Artisti come Julian Schnabel, Vik Muniz, Bertozzi & Casoni e Andrea Salvatori propongono interpretazioni moderne e ironiche del tema, traslandolo in contesti più attuali e dissacranti.
Tra le opere più significative troviamo:
Giovanni Battista Maino – Giuditta con la testa di Oloferne, un dipinto che esalta il contrasto tra la delicatezza della figura femminile e la brutalità del gesto.
Bertozzi & Casoni – Il gorilla decapitato, una scultura in ceramica iperrealista che sostituisce San Giovanni Battista con un primate, ponendo domande sulla violenza contemporanea e sul rapporto uomo-animale.
Julian Schnabel – Head of a Man, un’opera monumentale che scompone e frammenta l’idea della testa mozzata attraverso materiali e tecniche miste.
Vik Muniz – Decollazione ricreata con rifiuti riciclati, in cui l’artista brasiliano reinterpreta famose decapitazioni del passato utilizzando materiali di scarto, fondendo arte e critica ambientale.
Il tema della testa mozzata attraversa secoli di storia dell’arte, fungendo da potente metafora per concetti come:
Il martirio e il sacrificio – La testa decapitata diventa simbolo della fede, della resistenza e del trionfo spirituale.
Il potere e la vendetta – Dalla ghigliottina rivoluzionaria ai ritratti di tiranni decapitati, la mostra esplora come la decollazione sia stata spesso utilizzata per rappresentare cambiamenti radicali e rivoluzioni politiche.
La fragilità dell’esistenza – Nelle opere contemporanee, la testa mozzata si trasforma in una riflessione sull’identità, sulla perdita e sulla caducità del corpo umano.
Altre curiosità e approfondimenti:
Scultura lignea anonima del Cinquecento – Una testa di santo martire, ancora intrisa di realismo, che conserva tracce di pittura originale.
Testa in marmo di Domenico Poggini – Raffigurante un giovane decapitato, con dettagli anatomici impressionanti.
La mostra si chiude con una riflessione sul presente: la violenza, sebbene mutata nei modi, rimane un elemento pervasivo nella società, e gli artisti contemporanei continuano a interrogarsi su questo aspetto. La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Leyre Bozal e un racconto inedito dello scrittore Gianni Biondillo. Il catalogo documenta l’intero percorso espositivo e approfondisce il significato delle opere attraverso saggi critici e analisi iconografiche.
(29 dicembre 2024)
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