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Lavorare da casa vivendosi Milano al meglio

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di Redazione, #BuoneNotizie

 

Tra le poche cose positive che potremo ricordare della pandemia di Covid-19 c’è la “scoperta” del cosiddetto telelavoro, la possibilità di lavorare da casa connettendosi direttamente all’ufficio dal nostro computer, organizzando contemporaneamente lavoro e vita privata. Tra le numerose necessità da soddisfare immediatamente c’è quella di procurarsi sedie da ufficio ergonomiche, così che la nostra postura sia salvaguardata e il nostro corpo non soffra dello stare seduti per tanto tempo migliorando la nostra produttività.

Prima della pandemia, che cambierà molte delle nostre abitudini e starà a noi fare in modo che la nuova vita sia migliore di quella che ci lasciamo alle spalle, in Italia soltanto lo 0,8% di persone praticava il telelavoro, o smart working che dir si voglia. Il periodo pandemico ha rivelato invece una platea enorme, circa 8 milioni di persone, che potrebbero rimanere telelavoratori fino alla pensione.

Certo è, lo dico per esperienza lavorando da casa da tantissimi anni e per scelta personale, che dopo un primo periodo di rodaggio necessario per organizzare la casa, una stanza dedicata, connessione internet strong e ambiente confortevole dove lavorare con necessaria compagnia di sottofondo radiofonico, illuminazione ottimale e stabiliti i dovuti patti con il datore di lavoro (o i nostri clienti), il telelavoro è diventata per me una fonte di benessere: gestisco ciò che devo fare, mi fermo quando voglio e recupero quando voglio se sono in una giornata no, ferma restando la necessaria autodisciplina; ho imparato anche che circondarsi di cose belle nella stanza dove si lavora rappresenta un’ulteriore fonte di benessere, necessaria alla buona riuscita delle attività quotidiane legate al nostro impiego. Senza dimenticarsi di alzarsi dalla sedia almeno ogni mezz’ora per sgranchirsi le gambe e stiracchiarsi un po’.

Potremo così affrontare questo cambiamento importante, questa nuova modalità di lavoro imposta dalla pandemia come un’evoluzione positiva che ci porterà a scoprire nuovi modi di lavorare, di vivere la nostra occupazione, di occuparci del nostro corpo e della nostra mente – dopo le scomodissime sedie dell’ufficio o i musi lunghi della collega che ha litigato col marito – e, perché no, raccogliere la nuova sfida con noi stessi imponendoci una maggiore capacità di concentrazione, un maggior rispetto dei nostri spazi insegnando ai figli la sacralità del lavoro in qualunque modalità esso venga svolto.

Infine, perché non considerare come una fortuna del telelavoro il trovare il tempo per gustare una bella giornata, vedere fiocchi di neve che non potevamo osservare cadere da chissà quanto perché chiusi in un cubicolo, o il picchiettare della pioggia sui vetri? E il lavoro, voi direte? E’ lì, che pulsa sullo schermo del vostro pc, ma voi ve ne state comodamente seduti sulla sedia che vi siete comprati all’uopo e scoprite che, lavorando, potete godervi molto di più del lavoro che vi siete scelti. E’ solo una questione di punti di vista.

Solo un ultimo consiglio: finito il lavoro chiudete la porta della stanza-ufficio che vi siete scelti o potreste rimanere vittima della tentazione di rimettervi seduti per controllare se avete fatto tutto bene. E allora addio sogni di comfort.

 

(1 febbraio 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 



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