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La Nonna di Fedez, il vaccino e lo Stregatto #ilvenerdìpolitico

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di Luca Venneri, #ilvenerdìpolitico

“Oggi la nonna di Fede farà il vaccino. E sapete perché? Perché dopo le mie stories di critica ala gestione dei vaccini di ieri, un addetto alla vaccinazione ha chiamato nonna Luciana chiedendo “Lei è la nonna di Fedez? Alle 12 può venire a fare il vaccino”. Se ieri ero arrabbiata oggi lo sono ancora di più pensando che nonna Luciana, che aveva diritto di essere vaccinata da mesi, riesce a far rispettare un suo diritto solo perché qualcuno ha paura che io possa smuovere l’opinione pubblica. E invece le altre nonne che hanno lo stesso diritto e non hanno chi può farsi sentire mediaticamente come fanno? Chiedo il vaccino per tutte loro, per tutte le persone fragili, per tutti coloro i cui diritti fino ad oggi sono stati calpestati”.

Questo è il post di Chiara Ferragni sulla nota vicenda dei ritardi sulle vaccinazioni di Regione Lombardia.
Lei ha detto tutto. Non ci sarebbe nulla d’aggiungere se non il fatto oggi esistono, per davvero, migliaia di “nonne Luciana” che non sono ancora vaccinate e questa è una vergogna imperdonabile. Questo è un paese meraviglioso, un paese delle meraviglie. Un paese dove si rende ancora necessaria la gogna mediatica per muovere qualcosa. Oggi la nostra Regina di Cuori ha sentenziato. Tagliategli la testa. I soggetti sono tutti quei  brillantoni di Regione Lombardia che ancora ci voglio propinare la mirabile efficienza di una regione che ha sprofondato nella tana del bianconiglio. Una regione comandata da un cappellaio matto che si ostina a servire il tè avariato dell’efficienza lombarda ad ogni avventore gli capiti sotto mano. Questo non è un paese normale e non è fatto per i deboli. È il paese delle meraviglie tecnologiche che, come la nota vicenda della società lombarda Aria, che si perde quando ha il dovere etico, morale e pratico di essere all’altezza.

“Bisogna fare in fretta, è tardi”, così direbbe il biancoglio e tutti coloro che hanno del buon senso. “Bisogna fare in fretta, è tardi”. Questo doveva essere compreso dal cappellaio matto e dagli amici che sollazzano i loro spiriti alla tavola imbandita della politica.
Forse solo lo Stregatto può farci comprendere quanto queste follie ormai non sono puntuali ma diffuse in questo fantastico Paese, il paese delle meraviglie.

“Stregatto, potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?”
“Tutto dipende da dove vuoi andare,” disse il Gatto.
“Non mi importa molto…” disse Alice.
“Allora non importa quale via sceglierai,” disse il Gatto.
“…basta che arrivi da qualche parte,” aggiunse Alice come spiegazione.
“Oh, di sicuro lo farai,” disse il Gatto, “se solo camminerai abbastanza a lungo.”
Alice sentì che tale affermazione non poteva essere contraddetta, così provò con un’altra domanda: “Che tipo di gente abita da queste parti?”
“In quella direzione,” disse il gatto, agitando la sua zampa destra, “vive un Cappellaio: e in quella direzione,” agitando l’altra zampa, “vive una Lepre Marzolina. Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti.”
“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti,” si lamentò Alice.
“Oh, non hai altra scelta,” disse il Gatto: “qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”
“Come lo sai che sono matta?” disse Alice.
“Devi esserlo,” disse il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qua.”
Alice non pensava che questo bastasse a dimostrarlo; ad ogni modo, andò avanti “E come sai di essere matto?”
“Per iniziare,” disse il Gatto, “un cane non è matto. Concordi?”
“Immagino sia così,” disse Alice.
“Bene, allora,” il Gatto andò avanti, “vedi, un cane ringhia quando è arrabbiato, e scodinzola quando è felice. Io ringhio quando sono felice, e agito la coda quando sono arrabbiato. Quindi sono matto.”
“Io lo chiamo fare le fusa, non ringhiare,” disse Alice.
“Chiamalo come preferisci,” disse il Gatto.

 

(9 aprile 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 




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