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La perenne campagna elettorale nasconde quasi duemila drammi taciuti

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di Alfredo Falletti

Negli ultimi dieci anni si sono verificati oltre un migliaio di suicidi e quasi altrettanti tentativi di suicidio da parte di chi si è sentito talmente stritolato dal perverso “sistema Paese” da non poter più reggere. Lo rileva l’OsservatorioSuicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University il cui Direttore è il Sociologo Prof. Nicola Ferrigni.

Si tratta di una assoluta emergenza sociale letteralmente sommersa in un dimenticatoio imposto, subito da chi non può permettersi un j’accuse insostenibile da rivolgersi a responsabilità politiche inconfutabili ed inadeguatezza manifesta nella gestione delle fragilità del paese: inadeguatezza ormai così evidente da essere balzata anche agli onori delle cronache straniere in occasione di questa crisi di Governo che non è esagerato definire schizofrenica.

Una drammatica strage dimenticata, con ripercussioni sociali devastanti e non più occultabili come polvere sotto il tappeto che, a forza di coprire immondizie, è giunto all’altezza del tavolo da pranzo al quale siedono ormai tutti nel governo dimissionario nato “in nomine pecuniae” al profumo di PNRR.

La realtà è angosciante: non aiuta la constatazione della mutazione, quasi fosse un cancro devastante, in termini di progressione nel numero e nella diffusione territoriale e sociale e per categorie colpite. Proprio per questo aspetto necessita una premessa: con il trascorrere del tempo le motivazioni strettamente economiche si sono ampliate inglobando motivazioni di ordine sociale così da formare una “massa motivazionale” che non lascia scampo a chi si senta travolto; è l’ignorare il problema che sta determinando un’emergenza sociale esplosiva.

Nel periodo iniziale dell’ultimo decennio, veniva maggiormente colpita la categoria di imprenditori che rappresentavano la maggioranza delle vittime. A distanza di dieci anni sono esponenzialmente aumentate le vittime tra i disoccupati che rappresentano oltre il 40%; analoga percentuale degli imprenditori. A questo 80% si aggiungono coloro che hanno perso il lavoro: il 12% dei casi di suicidio per “motivi economici”. Numeri e percentuali freddi, che raccontano una realtà agghiacciante. Vengono i brividi a soffermarsi sulla progressione territoriale riscontrata in appena un decennio nel Sud Italia in cui i casi di suicidio, dal 14% del 2012 sono balzati al 32%. E ancora di più a soffermarsi sulle fasce d’età più vulnerabili: quella dei 45/55enni e quella dei 35/45enni. Quelle che si potrebbero definire “fasce del lavoro”.

Tutto accade nel silenzio dell’oligarchia da perenne campagna elettorale, tra “segnaposto parlanti col permesso del padrone”, mini “leader maximi” più confusi che persuasi, galli segnavento e virtuosi del “gioco dell’oca”. Quel silenzio copre, come un sinistro ossimoro,  la speranza, le opportunità, qualsiasi futuro lasciando alla gente atroci scelte in solitudine: emigrare o “togliere il disturbo”. Si potrebbe far di meglio.

 

(11 agosto 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 



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