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L’incapacità di prendersi le proprie responsabilità anche di fronte a chi si è appena ucciso: l’insensibilità dell’odio

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di Daniele Santi, #lopinione

Sarebbe stato minacciato “con un bottiglia rotta”, in pieno centro e di fronte alla famiglia della vittima, il ventenne che a causa della minaccia è poi risalito precipitosamente in casa per raccogliere il suo coltello a serramanico ed ammazzare a sangue freddo, con un colpo solo al cuore, un uomo di 34 anni, tunisino da anni in Italia, che camminava con la famiglia.

C’è una logica in questo gesto? Basta una presunta bottiglia rotta (usata come minaccia di fronte a moglie e figli in tenera età) per giustificare un omicidio? Cosa resterà di questa storia orripilante e tutta italiana nei cuori di moglie, figlia 12enne e figlio in passeggino del 34enne morto ammazzato?

Il presunto aggressore si è allontanato in fretta, rintracciato quasi subito, ha accusato un malore – pora stéla – mentre si trovava nella caserma dei Carabinieri, è stato curato all’ospedale. Il padre di famiglia 34enne no ha avuto la stessa fortuna. E’ morto in pochissimo tempo nonostante i soccorsi e di fronte alla famiglia. E’ morto ammazzato per un presunto alterco e una presunta bottiglia rotta brandita minacciosamente. Tutti motivi sufficienti per ammazzare un uomo?

Evidentemente tocca cominciare a chiedersi quale è il valore che troppi italiani, troppi e troppo giovani, danno alla vita. La loro e quella degli altri. Tocca cominciare a chiedersi quanta consapevolezza ci sia dei danni che possono fare le continue gittate d’odio lanciate via tv, social e mass media altri, da una politica irresponsabile, con esponenti irresponsabili che gridano parole irresponsabili. Cosa alberga la testa di un ventenne che reagisce ad un alterco correndo a recuperare un coltello per ammazzare con un singolo fendente l’uomo con cui ha appena discusso, per quanto animatamente possa averlo fatto? Cosa rende un ventenne così cieco da commettere un atto simile di fronte alla famiglia di un uomo accusandolo poi di avere in mano una bottiglia rotta (è noto che i padri di famiglia vanno in centro città la domenica pomeriggio con moglie e figlie con bottiglia rotta in tasca)? Da dove può venire questa incapacità di prendersi le proprie responsabilità anche di fronte a chi si è appena ucciso se non l’insensata permeabilità al dolore altrui fomentata dall’odio e dalle paure più ancestrali?

Per quanto ancora, vogliamo continuare a lasciare che la convivenza civile in Italia venga distrutta da manifestazione d’odio così efferate, e scambiate per incidenti? “Lui mi ha minacciato con una bottiglia rotta” quindi meritava di morire? Che paese hanno raccontato a questo ventenne vittima soprattutto di sé stesso? Infine, cosa questo paese è disposto a fare affinché nulla di simile abbia mai ad accadere di nuovo?

 

(9 agosto 2021)

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