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Al Teatro Carcano di Milano, Paolo Colombo nel nuovo ciclo di ‘History Telling’, “Controcorrente”

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di Redazione, #spettacoli

Ci sono parti della Storia alle quali non viene quasi mai riservata attenzione. Forse non è una coincidenza che al loro centro si trovi la volontà di non conformarsi alle aspettative generali, di dire “no” quando ci si aspetterebbe un “sì”, di seguire idee, comportamenti e obiettivi differenti da quelli degli altri, in difesa di valori alti e profondi e non per capriccio o tornaconto personale. Eppure, quelli sono i momenti che segnano davvero la Storia, e avrebbero la capacità di farla svoltare in direzioni nuove se solo si desse loro voce.

Dopo i grandi successi delle ultime stagioni, Paolo Colombo, professore ordinario di Storia delle Istituzioni politiche all’Università Cattolica di Milano, torna al Teatro Carcano con il suo nuovo ciclo di history telling CONTROCORRENTE: tre lunedì tra novembre e gennaio per raccontare argomenti e vicende fuori dagli schemi. Forse, oggi, questo serve: pensare con la propria testa, recuperare la capacità di mettersi di traverso quando tutti – attorno a noi – sembrano andare in un’unica direzione, uscire dagli stretti recinti di un pensiero miope delimitato da altri, tornare ad ascoltare storie dimenticate e diverse che parlano di futuro comune e giustizia sociale. Storie “controcorrente”.

Primo appuntamento il 22 novembre per parlare di identità nera e sfruttamento delle terre africane; il 13 dicembre si tratterà invece della nascita negli Stati Uniti della disco music, collegata al coming out della comunità gay negli anni ’70; nel terzo e ultimo (17 gennaio), Colombo (coadiuvato dai disegni dal vivo di  Michele Tranquillini) affronterà la vicenda dei soldati italiani che, dopo l’8 settembre del ’43, rifiutarono di aderire nuovamente al fascismo affrontando deportazione e prigionia.

Al Teatro Carcano di Milano per Follow the Monday
CONTROCORRENTE
Un progetto di “Storia e Narrazione”

con Paolo Colombo
il lunedì alle 20.30

Altri appuntamenti:

3 dicembre 2021
BORN TO BE ALIVE. Disco music e comunità gay negli anni ‘70
d
i Paolo Colombo

C’è una storia che pochissimi – soprattutto fuori dagli Stati Uniti – conoscono: quella che negli anni ’70 lega tra loro la nascita della Disco Music e il coming out dei gay a livello sociale. È una storia fatta di lotte e battaglie contro l’emarginazione e la discriminazione (che accomuna agli omosessuali gli afroamericani, le donne, gli italoamericani…), di grandi personaggi della musica (Barry White, Donna Summer, i Bee Gees…), di rivoluzione culturale (le radio, le discoteche, la moda…). Una storia di libertà e di liberazione. Una storia di sfrenato divertimento e di sfrenata perdizione. Una storia di genialità creativa e di smaccato business.

Una storia che, andando controcorrente, cambia la Storia.

Una storia dal ritmo incalzante come… un pezzo Disco.

 

17 gennaio 2022
GLI INTERNATI MILITARI ITALIANI: i soldati che dissero no al nazifascismo
di Valentina Villa e Paolo Colombo
con i disegni dal vivo di Michele Tranquillini 

Un’altra storia che si dovrebbe conoscere ma pochi ricordano. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, seicentomila soldati italiani vengono fatti prigionieri dagli ex-alleati tedeschi e deportati nei territori del Terzo Reich. Verranno ripetutamente blanditi con l’offerta di tornare in Italia e combattere per la neonata Repubblica Sociale di Mussolini. Ma la quasi totalità di quei nostri compatrioti rifiuteranno sempre, preferendo il lager e il lavoro forzato a un nuovo consenso ai nazi-fascisti.

Perché? Quanto costò loro una tale, ostinata, scelta? Come mai si parla così poco di questa epopea?

Gli IMI – “Internati Militari Italiani”, come verranno chiamati, per non equipararli neppure ai ‘normali’ prigionieri di guerra – racconteranno molto raramente la propria storia, frenati dal pudore per le cose orribili viste e vissute e dalla tiepida accoglienza ricevuta al loro ritorno: una cosa del genere, meglio dimenticarla che ricordarla.

Eppure, mezzo milione di italiani disse con caparbietà ‘no’ – quali che ne furono le molte e diverse ragioni – alle dittature più esecrabili di quel tempo.

Conoscere meglio questa storia avrebbe potuto dare un senso diverso al nostro antifascismo e alla nostra esperienza democratica e repubblicana. Ma non è mai troppo tardi.

 

 

(10 novembre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 



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