A Milano a conferma di ciò che questa destra è, il candidato indipendente della Lega anche sedicente scrittore ad aizzare la folla con slogan per menti leghiste semplici per niente pericolosi [sic]: slogan che vanno da frasi come “Scateneremo l’inferno” (dal film Il Gladiatore, ndr) o di certa, quasi certissima efficacia [sic] come quella che dice “In Europa comincerò con il sabotaggio”.
Per fortuna c’è Salvini a rimettere sui giusti [sic] binari la conversazione: grida che “Con Schlein la Lega per trent’anni al governo” – bisogna vedere se Meloni non lo scarica prima – dimenticando Salvini che tutti gli ultimi sondaggi lo danno almeno 13 punti sotto il PD, oltre che sotto anche Forza Italia, ma questo ai leghisti non importa. Devono essere infarciti di slogan semplici per menti leghiste, perfetti per chi vuole sentire proprio quella roba lì.
Da Roma giunge l’eco degli slogan gridati della presidente del Consiglio (volete che parli del debito pubblico che sfiora i tremila (3000!) miliardi di euro e che dica che l’Italia è una paese tecnicamente fallito e che senza Europa saremmo morti? No, grazie. Meglio vendere sogni. Lei da Roma e i Vannacci e Salvini da Milano. Tutti insieme appassionatamente verso lo schianto finale.
(1 giugno 2024)
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