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Da uno dei commercialisti ai domiciliari vicini al partito, versamenti per 160mila euro alla Lega di Salvini…

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Il leader leghista Matteo Salvini e a dx Luca Sostegni

di Redazione #Milano twitter@milanonewsgaia #Politica

 

E’ il quotidiano di Mattia Feltri, “Domani” a raccontare la storia in un lungo articolo esclusivo sulla prima pagina del quotidiano. Andrea Manzoni, uno dei tre avvocati vicini alla Lega agli arresti domiciliari e accusato di aver sottratto fondi dalla Regioni Lombardia, secondo l’antiriciclaggio ha versato oltre 160mila euro alla Lega di Salvini; scrive il quotidiano.

Manzoni deposita in banca mazzi di banconote: il 9 ottobre 2019 versa 10mila euro, il 6 novembre 19 mila, altri 22mila il 3 dicembre, 29 mila il 15 gennaio 2020, 42 mila euro (sempre in contanti), il 12 febbraio, ultimo versamento prima del lokcdown per la pandemia; Manzoni riprende a depositare a giugno. (…) La procura di Genova che indaga sul riciclaggio di parte dei 49 milioni della truffa, ha chiesto alla autorità antiriciclaggio informazioni anche sul tesoriere della Lega Giulio Centemero.

L’articolo è leggibile per intero sul quotidiano cartaceo e raggiungibile anche online a questo link

Continua così il lento, ma costante cammino investigativo degli inquirenti nei confronti della Lega di Salvini, il cui leader continua a scorrazzare nella vaste praterie delle campagne elettorali eterne alla ricerca di quel 5-1 alle regionali del prossimo fine settimana che ritiene, probabilmente, essere la sua via dì’uscita da una situazione che comincia a farsi complicata, anche in vista del processo di Catania.

Il segretario della Lega continua intanto ad essere protagonista di una clamorosa serie di contestazioni durante i suoi comizi anti-migranti – senza programmi, né politica, né proposte – ultima delle quali avvenuta a Legnano ad opera di alcune decine di ragazzi e al grido di “Restituisci i 49 milioni”, contestazione impropria perché la Lega sta già restituendo quei 49 milioni: a 600mila euro all’anno, per un comodo totale di 80 anni di rate. Più che un privilegio una presa per il culo per chi è pignorato.

La contestazione di Legnano segue quella di Dolo, nel veneziano, che segue quella di Matera, che segue quella di San Giovanni Rotondo, che segue quella di Torre del Greco. E segue la disfatta in Emilia-Romagna dell’uomo che suonava i campanelli e della candidata per la quale Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige sono regioni confinanti.

 

(16 settembre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 




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