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Accuse sessiste a Kamala Harris e alla sua carriera politica “da orizzontale”. Il solito squallore

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di Luca Venneri (Coordinatore nazionale della Rete Italiana Antifascista) twitter@milanonewsgaia

 

Qui potete leggere il post (potevate, perché al momento in cui stiamo scrivendo non ve n’è più traccia, ndr) che in questi giorni sta facendo discutere l’Università degli Studi di Milano. Il Prof. Marco Bassani, docente di Storia delle dottrine e delle istituzioni politiche, ha condiviso sul suo profilo pubblico delle gravi accuse rivolte a Kamala Harris, prossima vice-presidente degli Stati Uniti, sostenendo che il suo successo in politica non deriverebbe dalla sua bravura bensì da altre doti, quelle “più orizzontali”.
Siamo di fronte a un esercizio di sessismo da condannare sotto ogni profilo.

Lo scrive Luca Venneri sulla pagina Facebook di Rete Italiana Antifascista.


Marco Bassani non è una persona qualunque, è uno studioso molto conosciuto e stimato in ambito accademico, che, oggi, ora dovrà fare i conti con la conseguente perdita di credibilità nei suoi confronti e purtroppo anche verso l’Istituzione in cui insegna e che rappresenta, a causa di un’azione pessima non certo degna e all’altezza del pubblico ruolo che ricopre. Il danno di immagine che si osserva va al di là della persona e coinvolge sia l’istituzione Università degli Studi di Milano che tutti gli studenti.

Mi aspetto delle scuse formali da parte del Professore, la cancellazione del post non basta per credere che tutto questo non sia mai accaduto e pensare che questa questione di chiuda così.
Non posso pensare che l’ateneo non prenda una netta posizione perché esse equivarrebbe ad avvallare comportamenti morali deprecabili e misogini. Mi affianco e sostengo con fermezza le parole del Rettore Elio Franzini quando dice: “l’ateneo agirà nel modo più severo possibile”.

Il sessismo non è libertà d’opinione ma una violenza, una violenza perpetuata sui presupposti di superiorità di genere che sono e devono rimanere fuori dal nostro tempo. Tuttavia questo evidenzia il fatto che c’è ancora molto lavoro da fare sulla uguaglianza di genere. L’uguaglianza di genere è una questione culturale: la gravità dell’episodio sta esattamente in questo. Ci aspettiamo tutti che i professori siano attenti custodi della cultura ideale, quella a cui tutti quanti noi aspiriamo come individui e società, e quando ciò non accade non sta perdendo il singolo professore, perdiamo tutti quanti, come società tutta, qualcosa. Tuttavia esiste un lavoro importante e tenace, quello della Senatrice Liliana Segre e l’onorevole Alessandro Zan stanno trovando dentro il nostro ordinamento pene più severe per reati di odio e misoginia, da una parte, e il riconoscimento del reato di incitamento all’odio sulla scorta della decisione quadro della Commissione Europea del 15 marzo 2019 che impone agli Stati membri dell’UE di garantire una sanzione penale ad “ogni discorso di incitamento all’odio intenzionale e diretto contro gruppi di persone e singoli”.

Qualche giorno fa, nella manifestazione milanese al sostegno della proposta di legge Zan con Alessandro discutevamo esattamente di questo. Che molte volte la cultura dell’integrazione, dell’uguaglianza è una conquista sociale: a volte, basta la società mentre, altre volte, deve intervenire la legge. La legge sotto questo punto di vista a volte fa cultura e si rende sempre di più necessaria quando “i custodi della cultura”, purtroppo, difettano.

Luca Venneri sarà nostro ospite il 15 novembre alle 15.45 all’interno del nostro appuntamento sul nostro canale live La Vasca dei Pesci TV.

 

(13 novembre 2020)

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