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Quelli che niente assembramenti e siamo al chilometro finale

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di G.G., #Lopinione

Dunque mentre si tergiversa per cause di forza maggiore, perché in questo paese ci sono sempre cause di forza maggiore, così da giustificare anche l’incapacità cialtrona di troppe persone che con troppa superficialità sono state mandate in parlamento rincorrendo le grida del messia di turno, ad ogni nuovo annuncio di restrizioni assistiamo a nuovi picchi di assembramenti e di folle nei luoghi del divertimento e dove ci si incontra per 2stare insieme”.

Mi chiedo, e vi chiedo scusa per questa domanda così infantile, da dove venga questo improvviso bisogno di socialità essendo questo paese un paese dove “sembran tutti americani, vivono vite di sponda” nel senso vite di solitudine, citando una magnifica canzone di Eugenio Finardi (Dolce Italia, ndr), e dove generalmente non si degna di uno sguardo chi è fuori dal nostro “giro di quelle che noi chiamiamo amicizie. fa parte anche questo del meccanismo del rimpiangere ciò che non si ha solo quando non si ha per sputare sopra quel che si ha quando lo si ha?

Non so. Certo gli assembramento nelle grandi città prima del rientro nelle zone arancioni dovrebbe far riflettere: sulla nostra immaturità, prima di tutto (Bologna è chiusa, dopo gli assembramenti in centro di un paio di settimane fa, e numerosi paesi dell’imolese sono in zona rossa, tanto per fare un esempio), ma anche sulla devastazione provocata da un governo che dal Conte bis al Draghi uno continua con gli annunci, con i proclami che si contraddicono l’un l’altro, sprezzante nei confronti di un popolo che bene o male è chiuso in casa da dodici mesi e al quale non viene data nessuna risposta che non sia quella che viene smentita dai fatti mentre diretta social di turno ci informa su quanto è bello il mondo, sulla vagonate di vaccini in arrivo, sulle riaperture dei teatri solo in zona gialla e se il bambino fa il bravo e via di questo passo.

Se il nuovo governo ha promesso un cambio di passo e tocca stare a vedere se il cambio di passo ci sarà o no, una cosa la pandemia ha chiarito e crediamo lo abbia fatto definitivamente: il totale disprezzo dei nostri politici nei confronti del popolo, disprezzo peraltro ampiamente ricambiato, e la totale mancanza di empatia, un’empatia necessaria anche nella comunicazione, soprattutto in tempi complicati, che solo Giuseppe Conte ha avuto il merito di sapere trasmettere – e per questo è stato grandemente apprezzato, più che per la sua opera politica.

Dunque, mentre si parla di prima dose ad una platea più larga di popolazione, invitiamo chi sta a Roma e non sappiamo nemmeno perché ci stia, dopo che l’incarico a Mari Draghi ha portato alla luce la spaventosa mediocrità della politica che stipendiamo per fare poco e male, ad occuparsi anche nella comunicazione responsabile dei cittadini, senza riprenderli come bambini imbecilli perché escono di casa (perché di stare chiusi non ne possono più), imprimendo una svolta definitiva in direzione di vaccini rapidi, riaperture dei luoghi ben attrezzati, istituendo la carta identità vaccinale come fatto in Israele e smettendo di giocare la loro sporca propaganda partitica sulla salute degli Italiani sulle ali del Covid-19.

 

(27 febbraio 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 




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