di Paolo M. Minciotti
C’era spazio anche per le parole di Marina Berlusconi in quelle di Elly Schlein che con un giovanilista Alessandro Zan neo eletto al parlamento europeo era presente con un PD in assetto di guerra sui Diritti e sull’uguaglianza che questa destra mina dalla base (ideologica) senza procedere (ancora) ad azioni lasciate ai cani sciolti dell’intolleranza.
Trecentocinquantamila persone marciano per le libertà di tutte e tutti in una Milano stracolma e afosa, una “Milano orgogliosa e partecipe che non si ferma quando c’è da scendere in campo per i diritti di tutti e di tutte” come da intervento di Alice Redaelli, presidente di Cig Arcigay Milano. La città “sta cambiando e l’ha fatto perché ci sono persone che l’hanno fatta cambiare” ha quindi aggiunto. “Quella è la direzione”.
Motivi di salute hanno impedito al Sindaco Sala di partecipare al Milano pride, ma il Sindaco ha inviato un video ai partecipanti: “La giornata di oggi” ha detto Sala “è un abbraccio collettivo che ci spinge a combattere ancora di più ogni forma di odio”.
Poi c’è l’attacco politico di Schlein: “Vogliamo il matrimonio egualitario” ha detto la segretaria PD “perché l’amore non si discrimina e non lasceremo decidere alla destra chi abbiamo il diritto di amare. Serve una legge per non lasciare soli i sindaci sul riconoscimento delle coppie omogenitoriali”.
Sette le parate su e giù per l’Italia in questo 29 giugno, che vuol dire centinaia di migliaia di cittadini che ne hanno fin qui di cattiverie, battute omofobe e lesbofobe, volgarità, attacchi personali e restaurazione e controriforme al grido fake di più libertà al popolo basta che sia il popolo che vogliamo noi. Per quale motivo Meloni e la sua destra intollerante nonostante i proclami vogliano riportare l’Italia al medioevo culturale che rappresentano tanto bene, non è nemmeno comprensibile. Tocca notare la differenza tra quello che dicono e ciò che fanno. La risposta sta tutta lì.
(29 giugno 2024)
©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata