di Redazione #Milanopride2018 twitter@gaiaitaliacomlo #LGBTQI
Nel giorno in cui la crociata di Pontida prendeva vita a suon di rosari in mano ufficializzando la guerra di religione di stampo iraniano inaugurata dall’Ayatollah Salvini e dai suoi Pasdaran, ecco Milano regalare all’Italia tutta una straordinaria manifestazione di libertà, di parità, di bellezza, di umanità, di uguaglianza. Questo è stato il valore, non solo simbolico, del Milano Pride 2018: centinaia di migliaia di persone per le strade, un corteo gioioso di umanità diversa unita dal desiderio di un mondo più giusto, pacificamente contrapposta all’ottusità del fondamentalismo pentaleghista del nuovo Ayatollah in verde.
Ecco cos’è stato il Milano Pride 2018: un fiume in piena senza fine di uomini e donne che in nome dell’amore hanno regalato amore ed hanno sfidato l’oscurità del governo al potere che tra dichiarazioni, parole al vento a titolo personale e sbugiardamenti vicendevoli, ha regalato una volta di più la cifra della pochezza umana ed intellettuale di questa Italietta patetica, ridicola, provinciale, gretta e medievale. Schiava dei privilegi personali di chi racconta di lavorare per il bene altrui.
#30giugno 2018, Corso Buenos Aires, #Milano: chi ha detto che non esistiamo? Grazie a tutti per aver partecipato cosi numerosi al #MilanoPride e per i tanti messaggi che ci state scrivendo 🤗 #CiviliManonAbbastanza pic.twitter.com/9eYeu6EujM
— Milano Pride (@MilanoPride) 2 luglio 2018
Il Milano Pride 2018 è stata una lezione anche per quelle persone omosessuali che cercano la via della tranquillità [sic] nell’ipocrisia di una destra bacchettona forte coi deboli e debole coi forti.
Una giornata straordinaria quella del 30 giugno. Per molti indimenticabile. Una giornata che con la chiarezza che solo la Pace è in grado di mettere in campo, ha sancito definitivamente la differenza tra chi vuole un’Italia che si basa sul rispetto e chi la vuole morta, prona ai deliri dell’integralismo salviniano. Inutile dire da che parte stiamo noi.
(2 luglio 2018)
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