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Un difetto interno all’attuatore dello scambio. Potrebbe essere questa la causa del deragliamento del Frecciarossa Milano-Salerno avvenuto nel Lodigiano nelle prime ore della mattina del 6 febbraio, che ha provocato la morte di due macchinisti e il ferimento di 31 persone tra passeggeri ed equipaggio del convoglio.
Il difetto è stato reso noto da Marco D’Onofrio, direttore dell’Ansf, Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, che è stato sentito in Senato in audizione nella commissione lavori pubblici, in una seduta dedicata proprio al disastro ferroviario di Lodi. La comunicazione del difetto rilevato è pervenuta all’agenzia nella serata di mercoledì 12 febbraio, come ha riferito lo stesso direttore, che comunque ha aggiunto che si tratta sì di «una prima evidenza che introduce un problema che è stato riscontrato», ma «non giustifica tutto».
In seguito ad alcune prove sul campo, sembra vi sia stata una «inversione dei cablaggi interna al dispositivo che si è andato a sostituire», ha ancora spiegato D’Onofrio aggiungendo che ora l’agenzia per la sicurezza effettuerà una procedura di “safety alert”, ovvero comunicherà a tutte le autority italiane gli estremi del componente o del lotto di fabbricazione.
Grossi movimenti, infine, questa mattina soprattutto nella parte di area che è stata dissequestrata ieri sera dalla procura di Lodi. Dopo l’arrivo dei periti della procura per eseguire nuovi accertamenti in zona, si sta scavando per arrivare a creare una piattaforma in cemento, come anticipato nei giorni scorsi, che dovrà garantire il lavoro delle gru che dovranno rimuovere i vagoni del treno dai binari, in sicurezza. In queste ore, si stanno cercando soluzioni alternative alla rimozione dei vagoni per intero. L’ipotesi per ora ritenuta più attuabile è quella di smontare dai vagoni le ruote e i carrelli del convoglio e di trasportarli via dai binari separatamente, in modo da arrivare a diminuire il peso dei singoli trasporti che saranno necessari.
(13 febbraio 2020)
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