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Un ragazzino contesta Salvini, la Lega lo mette alla gogna, e l’Ordine dei Giornalisti deferisce la madre giornalista del ragazzino…

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di Daniele Santi #Maiconlalega twitter@milanonewsgaia #Maiconsalvini

 

… E non scrive una riga contro Salvini né i suoi webmaster. Siamo alla follia. E alla protervia, all’arroganza, alla cattiveria gratuita. E tutto in nome del potere.


Selvaggia Lucarelli scrive su Tpi.it come sono andate le cose. Stralciamo un pezzo del suo racconto.

(…) Della presenza di Salvini al Portello domenica non sapevo nulla e non doveva saperlo quasi nessuno perché c’erano 4 gatti. Io ero lì a fare colazione con figlio e fidanzato, viviamo a due passi. Il bar del Portello è di fronte al gazebo della Lega. Ci siamo accorti dell’arrivo di Salvini perché un centinaio di persone si sono accalcate in pochi minuti e abbiamo sentito un applauso. (…) Quando mi ha detto “vado a dire cosa penso a Salvini”, non ho pensato per un attimo che fosse mio diritto dirgli di no. E lo penso ancora adesso. Preferisco che impari a confrontarsi guardando negli occhi “l’avversario” piuttosto che vederlo imbastire discussioni sui social. Io e mio figlio domenica mattina non ci siamo presentati a nessuno. Avevamo la mascherina. Salvini stesso ha detto che non ci ha riconosciuto. E nessuno sapeva chi fosse Leon finchè due poliziotti in borghese, con nostro grande stupore, gli hanno chiesto i documenti. E non prendendolo da parte, badate bene, ma chiedendoglieli lì, in mezzo alla gente, con telecamere e giornalisti davanti. Mentre un adulto alle sue spalle gli urlava “zecca”.

Il resto del racconto, molto interessante, è qui. E di seguito il video di AGTW che espone al pubblico un minore, da un social e non da una testata registrata, senza pixel e a volto parzialmente coperto dalla mascherina. E’ il titolo a rendere noto chi è e di chi è figlio – che sembra essere diventata la cosa più importante.

 

 

Lucarelli viene quindi chiamata a dare conto di ciò che ha fatto per un motivo semplice e banalissimo, ed anche abbastanza incomprensibile considerando l’uso macellaio che certa ultradestra sta facendo dei social: Selvaggia Lucarelli ha scritto su una testata registrata, ed è quindi venuta meno all’imparzialità della cronaca, mentre le belve leghiste hanno sputtanato un minorenne pubblicando e ripubblicando il video in cui gli viene chiesto di identificarsi, non aveva i documenti perché era sotto casa sua e stava al bar con la famiglia a fare colazione, con regolare mascherina protettiva, a voce alta e di frotne a qualcuno che riprendeva la scena per poi postarla.

Puntualissimo il commento del grande Oscar Giannino che avrà sempre la nostra ammirazione.

 

Continua Selvaggia Lucarelli su Tpi.it.

(…) alle 17,30, ho spiegato come era andata su TPI, mostrando l’assurdo comportamento della polizia. Io e mio figlio non abbiamo raccontato né pubblicato un bel niente per primi. Non ho dato ESCLUSIVE al sito per cui lavoro, non ho diffuso io la notizia e infatti siamo arrivati per ultimi, per giunta non per dare notizie, ma per spiegarle. Non ho reso IO identificabile mio figlio, che poi è la cosa di cui mi accusa l’Ordine dei giornalisti.

 

Una vicenda di un’italianità sconcertante testimone dell’Italia dei due pesi e due misure; la raccontiamo non perché animati da particolare simpatia verso Selvaggia Lucarelli, ma perché parla di un’Italia che può permettersi di fare ciò che vuole e di un’altra che deve esserne intimidita e guai, se si azzarda a sfidare pubblicamente il potente di turno: la vendetta è immediata e parla di esposizione alle masse imbecilli che gridano “sì” acriticamente senza nemmeno ascoltare ciò che il dio del momento sta dicendo e insulti su insulti. Se anche l’Odg vuole quell’Italia lì, e allora deve soltanto dirlo, ma dubitiamo che sia così; se nemmeno Lucarelli vuole quell’Italia lì, è il momento di tenere la schiena dritta, sempre,, comunque, di fronte a chiunque o quest’Italia di pavidi opportunisti sarà finita per sempre. Almeno per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.

 

(8 luglio 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 




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