di Redazione #Lombardia twitter@milanonewsgaia #Cremona
Arriva da Cremona la denuncia di un infermiere che, attraverso un post su Facebook, ricorda che non è proprio vero che il virus è stato sconfitto e che è improvvisamente diventato qualcosa da relegare ad un passato che non tornerà più. Il post – che pubblichiamo in basso – ha scatenato un putiferio, con persone che hanno addirittura chiesto al suo autore se “ha chiesto il permesso all’autorità sanitaria” prima di pubblicarlo e di rendere noti “certi dati”, che equivarrebbe a chiedere se a uno psicologo è stato chiesto il permesso prima di commentare certi post. E a leggerne alcuni la liberatoria sembrerebbe d’obbligo.
L’infermiere cremonese non dice niente di male, né niente di strano, né niente che non si sappia già. stiamo assistendo – parafrasando Camus – a un po’ troppi festini in tempi di Covid e ad una certa dissennata – provocata anche e purtroppo da certa propaganda sovranista – serie di comportamenti che vanno contro la sicurezza che sarebbe necessaria. Ciò che il post si limita a ricordare è che “il virus esiste, non è magicamente sparito e sta mietendo ancora vittime in altre parti del mondo. Da noi ha già dato, ma non sta scritto da nessuna parte che non possa ricominciare a farsi vivo”. Poi continua: “L’ultimo paziente della prima ondata è stato dimesso, dal nostro reparto, il 30 giugno. Sono passati otto giorni. Non siamo più Covid free”.
La domanda sarebbe, piuttosto, perché c’è gente che si incazza tanto con commenti agghiaccianti che mirano a screditare le parole dell’autore del post – che in ospedale al contrario di molti di loro ci lavora. E’ molto difficile riuscire a trovare altre parole. Il Covid-19 essite. E’ contagioso. Per molte persone è pericoloso e per molte altre non lo è. ma il pericolo peggiore rimane, e rimarrà per molto tempo, l’umana stupidità. E a lamentarsi del post dell’infermiere sono le stesse persone che si chiudevano in casa per paura del virus e che improvvisamente del virus non vogliono più senitr parlare per nessun motivo. Si chiamano paura ed incoscienza, ma per loro è sano spirito polemico e combattivo contro le bufale. Si prova una gran pena, ma guai a dirglielo. Si rischia di offenderli.
Ci risiamo. Non è mia abitudine farmi dei selfie, né tantomeno pubblicarli su Facebook. Questo l’ho fatto questa sera…
Pubblicato da Luca Alini su Mercoledì 8 luglio 2020
(11 luglio 2020)
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