di G.G. #Lombardia twitter@milanonewsgaia #Maiconsalvini
E poi c’è un’altra storia leghista. Ne è pieno il paese da Catania all’estremo nord. La storia parla di “furbetti del bonus”, dichiarazioni da 100mila euro annui, stipendi da parlamentari, e i 600 € di bonus per le p.Iva percepiti – forse a loro insaputa, è successo spesso in casa leghista – poi la sospensione (c’erano elezioni alle porte) e quindi, post-elezioni, ecco i due leghisti sospesi in parlamento e in giù a fare comizi leghisti.
Che accade? Di fatto i due sono ancora sospesi, come da comunicato leghista del 12 agosto scorso citato anche da Il Fatto Quotidiano, ma nella pratica utilizzano l’eredità del berlusconismo, quella che recita “facciamo tutti quello che cazzo ci pare”, ed hanno ripreso a fare attività politica pur senza l’ufficialità della riabilitazione post-campagna e batosta elettorale come avvenuto ai loro compari leghisti del Piemonte.
Così parrebbe che Andrea Dara, mantovano, ed Elena Murelli, piacentina, siano rientrati a pieno titolo nel leghismo che conta nonostante quella faccenduola del bonus, che getta discredito su un partito che di tutto avrebbe bisogno fuorché di ulteriore discredito. Insomma cose leghiste che succedono in tempi di Covid-19. Dove tutto è confuso, impalpabile e pieno di cose che accadono senza che nessuno se ne accorga. O meglio, all’insaputa di tutti. Persino dei beneficiari di bonus.
(2 ottobre 2020)
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