di Giovanna Di Rosa, #PatrickZaki
Il Senato ha dato il “sì” alla mozione per la concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki con 208 voti favorevoli e 33 contrari, quelli di Fratelli d’Italia in prima fila. L’iniziativa era stata sostenuta da diverse forze politiche: dal Movimento 5 Stelle a Italia Viva, passando per Lega, +Europa e Gruppo Misto.
Fratelli d’Italia, tutta un’umanità, teme che la concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki possa essere “controproducente per la sua liberazione” e che “deve essere perseguita solo la via diplomatica” come i brillanti [sic] risultati ottenuti dalla diplomazia nella questione Giulio Regeni stanno lì a confermare. Marina Sereni, PD, più pragmaticamente, afferma invece che la doppia cittadinanza non cambierà la situazione di stallo nella quale si trova Zaki, prigioniero in Egitto da ormai un anno a colpi di pene reiterate di 45 giorni, senza che nemmeno gli sia concesso sapere di cosa è accusato esattamente.
I promotori della mozione si sono appellati alla legge 91 del 1992, quella che dice chiaramente come “la cittadinanza può essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato” interesse che i firmatari hanno identificato nel terribile regime di detenzione a cui è sottoposto Zaki nel carcere di massima sicurezza di Tora, famoso per gli abusi e la negazione di diritti umani. Opinione, evidentemente, non condivisa dal partito di Giorgia Meloni che sposa l’opposizione per l’opposizione.
(14 aprile 2021)
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