di Giovanna Di Rosa, #politica
Poteva dire tante cose giuste, nel senso di sensate: poteva dire che se un buon 50% della popolazione mondiale, quella povera, quella che la sua destra sovranista vuole che rimanga povera, rimane senza cure e senza vaccini il virus troverà sempre il modo di replicarsi in nuove varianti; poteva dire che sicuramente l’immigrazione potrebbe essere un veicolo di contagio ulteriore, ma che per fortuna i migranti vengono sottoposti a tampone non appena mettono piede in Italia, ma lei no.
La virologa, ora anche sociologa ed esperta di flussi migratori, la leaderessa Meloni, doveva attaccare a testa bassa Speranza. E doveva farlo a testa bassa e via Twitter, quindi ha detto una delle tante prime cose che le sono venute in mente, articolata male e scritta peggio, e destinata ai suoi elettori storici, perché gli altri han già capito e cominciano a lasciarla, persino nei sondaggi. Insomma un pensiero semplice. Di quelli usa e getta. Scriviamo, ci si incazzano sopra un po’, un’intenzione di voto in più è guadagnata.
La nuova variante Omicron, della quale pochissimo si sa (se non che la portano i migranti, nella peculiare narrazione della virologa Meloni) anziché aprire un dibattito sano sulla necessità ed urgenza di portare i vaccini dove non ci sono, cioè in mezza Africa, in Asia, nelle nazioni dell’Est europeo che lo rifiutano, concordando strategie di comunicazione e di informazione, ha fatto rinascere nella favolosa destra sovranista italiana l’idea della necessità di agitare l’odio prima dell’uso. Pensieri articolati, concetti (i soliti tre: dio, patria e famiglia, ma che valgano per gli altri, mica per loro) e strategie nemmeno a parlarne. Loro criticano e le soluzioni devono trovarle gli altri.
Ciò che tutti hanno chiaro ormai, a parte i soliti, sembra sfuggire proprio a Meloni – italianissima leader tra tutti i leader d’Italia, di quei leader che come amano l’Italia loro non la ama nessuno, disposti persino all’autarchia pur di preservarla. E l’unica cosa chiara è che questa nuova variante, come ha dimostrato il tonfo delle borse di ieri, mette in pericolo la ripresa dell’economia mondiale, la convivenza civile, la ripartenza italiana e tutto ciò che abbiamo conosciuto fino ad oggi nel modo in cui l’abbiamo conosciuto.
Dunque una politica responsabile dovrebbe collaborare a trovare soluzioni invece di lanciare al vento accuse dai social contro fantomatiche epidemie scatenate dai migranti che partono “dalla Libia e dalla Tunisia” i cui porti dovrebbero essere sottoposti a “blocco navale”: praticamente una dichiarazione di guerra.
E’ che sono rimasti al 1922 questi qui. E non ce la fanno. Proprio non ce la fanno.
(27 novembre 2021)
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