di Giancarlo Grassi
Proprio come se fosse ciò che la società italiana si aspetta dalla politica ecco la calata dell’integralismo leghista a tacciare di blasfemia Achille Lauro – che dopo le esibizioni salviniane di rosari in ogni luogo, esibizioni malviste anche da Bergoglio, cercheremmo di guardare in casa nostra.
Ma tanto serve al leghismo integralista e teocratico per tentare contro ogni umana disperazione di far dimenticare la truce figura dei truci leghismi in occasione del Mattarella Bis. Così l’assessore leghista Bolognini deve lasciare segno di sé: “Ho visto solo oggi, online, l’esibizione di Achille Lauro a Sanremo di ieri sera e non ho potuto fare altro che pensare che, fortunatamente, la stragrande maggioranza dei giovani che vedo tutti i giorni è lontana da un simile modo di esprimersi e di pensare”, ma non ricorda nel dettaglio quali siano questi valori.
Non sappiamo se si riferisca a certi esempi di politica lombarda con pistola al seguito e colpo in canna, per fortuna rarissimi, sulla quale il leghismo d’elite ha soprattutto taciuto; o ancora dei comportamenti intollerabili di certi esponenti di ex alleati di coalizione della Lega nei confronti delle minoranze; o ancora di certe esternazioni discutibili di leader leghisti sui migranti o cos’altro ancora. Bolognini avrebbe potuto dire che la canzone di Achille Lauro è bruttarella e tutt’altro che indimenticabile, che il cantante sarebbe stato meglio vestito e che non ha poi ‘sto gran fisico… Ma no. Devono scomodare i santi. Soprattutto in tempi di magra. La solita Lega.
(2 febbraio 2022)
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