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“Seimila euro se vieni a vivere a Varese”: ora si va persino a caccia di abitanti

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di Daniele Santi

Era il nord “paradiso in terra”, il varesotto leghista dove nessuno doveva chiedere mai e dove si era benedetti dal dio Po se si aveva il culo di viverci, in quella landa paradisiaca; così paradisiaca che la gente se n’è andata e se ne va, al pari di ciò che succede in tanti altri luoghi d’Italia che disperatamente cercano abitanti, regalando denaro come se piovesse, perché questo è il dio benessere bellezza e per mantenerlo si addestrano addirittura i negher di bossiana e trista memoria.

L’Italia dell’odio e della discriminazione su qualsiasi base scopre di avere un cancro: si chiama inverno demografico e colpisce quello che gli economisti che valgono definiscono il “capitale umano”, la popolazione, gli abitanti. Insomma gli esseri umani sui quali si sputa veleno entrando indiscretamente nelle loro camere da letto e con viscida pruderie nelle loro vite private. Così, scrive il Corriere, si offrono 6.000 euro a fondo perduto a chi viene a vivere qui” dice un bando della Camera di Commercio di Varese. Appunto: cosa significa se – non una remota valle di montagna – ma il cuore del Nord industriale è costretto ad andare a caccia di persone perché non trova più manodopera per tenere in vita il suo tessuto economico e sociale? 

Naturalmente, ci si affretta a dire, ed è sempre il Corriere a riportarlo, “È un esperimento, un test: siamo preoccupati per la salute dei nostri territori e delle nostre aziende”: e cita un “il report mensile di Unioncamere” di maggio, quando era in programma “l’assunzione di circa 460.000 lavoratori ma in un caso su due non si è trovato il candidato con il profilo professionale richiesto”.

La disperazione è massima: “Non troviamo gli specialisti di cui abbiamo bisogno e questo nonostante in provincia di Varese funzionino due università e gli Istituti tecnici garantiscano ai diplomati un tasso di assunzione immediato del 94%. Ma ogni 10 giovani che si laureano qui, 4 scelgono di spostarsi altrove“. E magari qualcuno dovrebbe anche cominciare a farsi domande. Perché i giovani se ne vanno? Perché i pensionati vanno in Tunisia? Perché chi ha un livello d’istruzione elevato si toglie dai coglioni e non vuole più vivere in un paese imbarbarito dalla politica e dall’arrogante ignoranza dei suoi abitanti?

Il Corriere scomoda ancora l’Istat, citiamo testualmente: “Nel 2023 – dice l’Istat – 21.000 italiani under 35 si sono trasferiti all’estero e si tratta quasi sempre di giovani con livello di istruzione elevato. E si arriva a un nodo cruciale: i salari, che in Italia sono mediamente più bassi rispetto al resto d’Europa (24.000 euro l’anno da noi, 36.500 in Olanda). «Verissimo – ammette Vitiello – e noi soffriamo in particolare la concorrenza della Svizzera (dove le paghe sono il 25% più alte), della Germania e persino di Milano. A un neoassunto noi possiamo garantire 1.700-1.800 euro metti. L’”una tantum” che mettiamo sul piatto vuole essere una sorta di narrazione aggiuntiva. A chi sceglie di venire a Varese diciamo: c’è un territorio che si occupa di te, ti offre un lavoro ma anche servizi, ambiente, qualità della vita. Siamo in una competizione a livello globale, dobbiamo trovare soluzioni”.

Magari smettere di dare il voto a chi fomenta razzismo e ignoranza potrebbe essere una soluzione.

Oppure ci si rivolge agli emissari dell’altissimo. Come a Bologna, dove per garantirsi il capitale umano mancante si sono rivolti ai Salesiani attraverso “il gruppo Renner” che “garantisce contratto a tempo indeterminato, alloggio e corso di formazione a cura di un centro gestito dai Salesiani ai giovani immigrati perché non trova operai specializzati”. Perché i migranti sono un problema, a meno che non lavorino per noi dato che gli italiani, per la miseria di salario che ricevono, con case nelle grandi città a 1200 € al mese per pochi metri quadri, a lavorare dove sono nati non ci stanno più.

Eccolo il trionfo della politica contro il benessere e le libertà dei cittadini italiani: la gente se ne va perché in questo paese si sta male e noi riempiamo i nostri quotidiani di grida d’allarme inutili come le teorie del gender sventolate da Salvini e compagnia. Gli abitanti scappano dall’Italia e l’Italia, e le inutili teste che la governano, è disposta a pagare per trattenerli o per trovarne di nuovi. Siamo alla Commedia dell’Arte.

 

 

(3 giugno 2025)

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