Sabato 5 e domenica 6 luglio, il Teatro dell’architettura Mendrisio (TAM) dell’Università della Svizzera italiana (USI) presenta due iniziative aperte al pubblico nell’ambito della mostra “Make Do With Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese”, in corso fino al 5 ottobre 2025.
Sabato 5 luglio 2025 alle ore 11.00 si terrà una visita guidata alla mostra “Make Do With Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese” in collaborazione con le studentesse e gli studenti dell’USI (ingresso alla mostra a pagamento, è consigliata l’iscrizione alla seguente e-mail: eventi.tam@usi.ch), mentre domenica 6 luglio dalle 10.00 alle 18.00 è in programma una giornata di porte aperte con ingresso gratuito.
Prodotta da S AM Swiss Architecture Museum e curata da Yuma Shinohara, l’esposizione esplora le idee e i progetti di una nuova generazione di architetti e urbanisti giapponesi che hanno iniziato la loro carriera dopo il terremoto del 2011 e il disastro di Fukushima. Trasformando la loro posizione marginale in un punto di forza, questi giovani architetti hanno sviluppato pratiche critiche, ecologiche e sociali, dimostrando che è possibile “adattarsi” in maniera creativa grazie all’uso di risorse limitate, operando sul patrimonio edilizio esistente, anche con materiali rigenerati. Lontani dall’immagine tradizionale dell’architetto-autore, stanno ridefinendo la professione con un approccio sociale e critico.
Nel corso del weekend, sarà inoltre possibile visitare la mostra “BancaStato Swiss Architectural Award 2024”, allestita presso l’Auditorio del Teatro dell’architettura Mendrisio. Promossa dall’Accademia di architettura dell’USI, l’esposizione documenta i lavori presentati per l’edizione 2023-2024 del premio da 31 candidati provenienti da 17 Paesi, con un approfondimento sulle opere dello studio vincitore, Al Borde fondato a Quito (Ecuador) nel 2007 da Pascual Gangotena, David Barragán, Maríaluisa Borja ed Esteban Benavides.
LA MOSTRA
“Make Do With Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese” presenta le idee e i progetti di una nuova generazione di architetti e urbanisti che operano in Giappone. Nati tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta, questi architetti hanno intrapreso la carriera professionale dopo il grande terremoto del 2011 che devastò le regioni orientali del Paese e provocò il disastro nucleare di Fukushima. È una generazione, la loro, che deve fare i conti con una serie di problemi urgenti che affliggono il Giappone, tra cui il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione, e lo svuotamento delle campagne; il crescente aumento di case vuote in tutta la nazione; uno sviluppo urbano dominato dalla logica del profitto, spesso senza il coinvolgimento degli architetti; un’economia stagnante e, naturalmente, la crisi climatica globale.
Tuttavia, anziché arrendersi alle difficoltà, molti di questi architetti hanno scelto di affrontare le sfide con determinazione. Trasformando la loro posizione marginale in un punto di forza, hanno sviluppato una serie di pratiche critiche, ecologiche e sociali, per dimostrare che è possibile «adattarsi» utilizzando risorse limitate, materiali di recupero e strutture già esistenti. In netto contrasto con le linee pulite e gli spazi minimalisti tipicamente associati all’architettura giapponese contemporanea, i loro progetti adottano una visione estetica decisamente differente, che non teme di accogliere l’imperfezione. Lavorando dalle periferie, sfruttando le lacune del sistema o assumendosi compiti un tempo sottovalutati, questi professionisti stanno ridefinendo il loro ruolo discostandosi radicalmente dall’immagine tradizionale dell’architetto-autore.
Gli orientamenti che emergono dal panorama dell’architettura nipponica sono un fenomeno tutt’altro che marginale; al contrario rivestono un’importanza cruciale in un mondo che si sta confrontando con la fine del paradigma della crescita costante. In questo senso, l’approccio giapponese offre un contributo notevole alla discussione globale, dimostrando che «adattarsi» non implica affatto una mancanza, ma al contrario può dare vita a una straordinaria creatività, capace di rivelare che ciò che già possediamo è più che sufficiente.
Il percorso espositivo include una prima sezione di venti progetti rappresentativi, tutti iniziati o portati a termine negli ultimi cinque anni, diversi sia per scala che per finalità. La selezione mira a fornire un inventario della produzione architettonica contemporanea in Giappone, dal quale emerge la difficoltà di ridurre a un’unica tematica le diverse attitudini e istanze degli autori dei progetti. Il quadro che ne risulta è quello di una generazione alla ricerca di nuovi modelli di impegno per dare una risposta adeguata alle sfide che la loro professione e la società nel suo complesso sono chiamate ad affrontare oggi. Malgrado ciò, dai progetti in mostra emergono alcune linee d’interesse e tendenze condivise.
Sono esposti i progetti di: GROUP, Masaaki Iwamoto / ICADA, Ishimura + Neichi, Norihisa Kawashima / Nori Architects, Chie Konno / t e c o, Lunch! Architects, Murayama + Kato Architecture / mtka, Fuminori Nousaku Architects, Jumpei Nousaku Architects, Shun Takagi / Root A, Rui Itasaka / RUI Architects, Studio GROSS, SSK, Keigo Kawai / TAB, Tsubame Architects, Shigenori Uoya, VUILD, Suzuko Yamada, Maki Yoshimura / MYAO.
Una seconda sezione della mostra è dedicata al lavoro e alle idee di cinque studi di architettura attivi oggi in Giappone – Mio Tsuneyama + Fuminori Nousaku Architects, 403architecture [dajiba], CHAr, tomito architecture e dot architects – ognuno dei quali rappresenta un approccio originale alla questione del ruolo dell’architetto nella società. L’attenzione è rivolta qui al processo e al metodo: quali sono le riflessioni dei giovani architetti giapponesi durante la progettazione? Come lavorano e dove? Quali visioni alternative dell’architettura – e del suo potenziale – emergono dall’osservazione del loro operato?
I cinque profili presentati combinano fotografie, filmati, modelli e altro materiale proveniente dai rispettivi studi, per offrire una panoramica completa delle loro pratiche. In una serie di video-ritratti realizzati in collaborazione con lo Studio GROSS (Anne Gross e Sebastian Gross) appositamente per questa mostra, gli architetti espongono in prima persona il proprio pensiero.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Christoph Merian Verlag che offre uno sguardo nuovo sull’architettura giapponese. Attraverso contributi scritti e saggi fotografici, la pubblicazione analizza oltre venti progetti recenti e osserva da vicino la realtà di cinque studi di architettura, offrendo ai lettori una visione completa delle idee innovative che oggi stanno plasmando l’architettura in Giappone.
Il volume include i saggi di Yuma Shinohara, Momoyo Kaijima, Kōji Ichikawa, Noriko Matsuda con Norihito Nakatani e Akihito Aoi, Shin Aiba, Leo Tanishige, Siena Hirao, Jun Yamaguchi e Cathelijne Nuijsink. Le fotografie sono di Go Itami.
S AM Schweizerisches Architekturmuseum, Yuma Shinohara, Andreas Ruby (a cura di), Make Do With Now: New Directions in Japanese Architecture, Christoph Merian Verlag, ISBN 978-3-85616-977-0, 320 pagine, lingua inglese, CHF 39.–
Make Do With Now.
Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese
a cura di Yuma Shinohara
fino al 5 ottobre 2025
Teatro dell’architettura Mendrisio
Via Turconi 25, Mendrisio, Svizzera
www.tam.usi.ch
(1 luglio 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata