di Redazione Como
Loro sono skaters. Si ritrovano tutti i giorni in largo Spallino, di fronte all’ex chiesa di San Francesco. Tra loro – per lo più minorenni – ci sono studenti del classico, scientifico e altri istituti della nostra città, sono bravi ragazzi e hanno una passione e questa passione richiede un luogo. Hanno chiesto per tanto tempo uno spazio dove possano allenarsi con i propri skate, spazio che oggi non hanno.
In assenza di una risposta, loro hanno eletto uno dei non-luoghi della nostra città al loro allenamento: largo Spallino appunto. Molti si stupiscono che loro abbiano occupato quel luogo con i simboli propri della loro cultura skater – sì, è una vera propria cultura. Sentiamo mirabolanti proclami a spot – in questo periodo di elezioni – che professano ascolto, comprensione e coprogettazione, tuttavia vedendo scarpe appese e graffiti e si indignano svelando tutta la superficialità dei tanto proclamati atti – al limite del caritatevole – di ascolto misericordioso.
I linguaggi cambiano come cambia il loro significato e quello che ai più sembrano atti irrispettosi così non sono. Appendere le scarpe a un filo o, nel nostro caso a un tirante, si chiamano shoefiti (fusione delle parole shoes=scarpe e graffiti) è sono un simbolo di rispetto ma anche di protesta. La stessa protesta a rivendicare uno spazio dove possano stare, senza fare del male a nessuno, e dove possono coltivare la propria passione che – per alcuni soprendentemente – è diventata recentemente uno sport olimpico. Sempre rivendicazione di uno spazio sono i graffiti appesi in quella zona che fanno riferimento ai lavori Keith Haring, un arcinoto artista graffittaro e fumettista statutitense.
Prima di giudicare qualcuno, credo che bisognerebbe fare lo sforzo di comprendere un linguaggio, capirne le chiavi e cercare di interpretare i reali e semplici bisogni. Oltre alla comprensione e all’empatica c’è tutto il tema dei non-luoghi della città che per lo più vanno in abbandono e forse dovremmo ringraziare questi ragazzi per dargli un senso – magari non quello che vorremmo – ma pur sempre un senso per loro, il loro modo di fare e vedere il mondo.
Alla fine c’è un tanto parlare della Generazione Z, i giovani, che dovrebbero interessarsi della cosa pubblica, ma non comprendiamo che loro già lo fanno. Questa generazione viene definita fluida ma non per chissà quali motivi. E’ una generazione fluida perché – nelle rigide logiche razionali di questo mondo – loro sono come dei fluidi e si adattano al meglio; proprio come fa l’acqua che prende la forma della bottiglia. Così loro hanno fatto in largo Spallino, si sono adattati a una rigidità e come fluidi stanno abitando un non-luogo interpretandolo nel loro linguaggi. Bravi ragazzi! Avete dato prova della vostra scorza che, al contrario di quello che si pensa, è forte. A noi il compito – come dovrebbe fare la buna politica – di fare ammenda e riparare. Per questi motivi l’Ippocastano e area Ticosa dovrebbero prevedere spazi per loro. Fine.
Così un comunicato stampa di Luca Venneri Candidato consigliere Civitas – Progetto Città.
(13 maggio 2022)
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