di Giancarlo Grassi
Ci sono Calenda e Renzi che gongolano dietro le quinte, magari non così dietro, dopo le dimissioni dell’assessora al Welfare e vicepresidente (di sorveglianza) della Regione Lombardia, già ministra e presidente Rai, Donna Letizia Moratti di tutte le Destre, pronta per una nuova destra: quella del Terzo Polo, magari per correre alla poltrona di presidente del Pirellone.
Mentre Fontana era a Roma in altre faccende affacendato, Letizia Moratti ha annunciato le sue dimissioni dalla doppia carica di vicepresidente e assessora al Welfare per sopraggiunto “venir meno del rapporto fiduciario con il presidente Fontana” e anche perché, diciamolo, quando ti promettono una candidatura e la trombano così come se tu non esistessi, la cosa infastidisce. Donna Moratti non è una che si dimentica le cose. E in politica, fa bene ad essere com’è. Così alla prima occasione, avendo altresì altro di cui lamentarsi comprese le recenti assurde posizione del governo Meloni sul reintegri, vaccini e no vaccini, ha sbattuto la porta e alzato i tacchi.
Politicamente morta? Neanche a pensarci. Calenda e Renzi non vedono l’ora di soffiare la Regione a Salvini che a furia di provarci riuscirà persino a perderla vista la perdita di fiducia di Fontana, sempre meno popolare, e la necessità di un ricambio avvertita da gran parte dei cittadini Lombardi soprattutto per quanto riguarda la Sanità pubblica, strangolata ormai da quella privata. Moratti potrebbe proprio essere la novità [sic] che mancava a rendere palese l’impossibilità di avere nomi e facce nuove, con nuove idee, al governo di questo paese.
La tristezza continua, con o senza Fontana o Moratti. Intanto il Pirellone ha affidato la Sanità a un senzalavoro, tal Bertolaso, forse qualcuno l’ha sentito nominare.
(2 novembre 2022)
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