“La Corte Costituzionale accoglie quasi interamente i ricorsi delle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania sulle questioni di legittimità costituzionale della legge Calderoli. Si tratta di una marcata sconfessione dell’impianto giuridico della legge, di cui anche il presidente Fontana si era fatto interprete, che avrebbe rischiato di far franare la tenuta del nostro ordinamento e dei conti pubblici. La Corte dice no alla retorica delle ventitré materie, tutte e subito, sostenendo che “la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata in relazione alla singola regione”. Il Parlamento torna protagonista nella determinazione dei LEP che la legge Calderoli pretendeva di attribuire al solo governo. Le stesse materie non Lep, quelle su cui anche Regione Lombardia, frettolosamente, aveva già iniziato a trattare, sono state ridotte, stabilendo che “i relativi trasferimenti non potranno riguardare funzioni che attengono a prestazioni concernenti i diritti civili e sociali” e le risorse finanziare relative dovranno essere determinate in riferimento a costi e fabbisogni standard. Altro che la spesa storica prevista dalla Calderoli! Insomma, una sconfessione di grande portata che, pur con profili più semplici, noi democratici lombardi, insieme ai veneti e piemontesi, abbiamo cercato di sollevare in un documento condiviso contro la legge Calderoli. L’arroganza della destra l’ha portata a sbattere contro l’interpretazione autentica e di garanzia del dettato costituzionale da parte della Corte”.
Lo dichiara Gian Mario Fragomeli, vicesegretario del Partito Democratico della Lombardia a commento della decisione della Corte Costituzionale in merito al ricorso delle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania sulla legge di applicazione della autonomia differenziata che porta la firma del ministro leghista agli Affari Regionali Roberto Calderoli.
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(14 novembre 2024)
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