di G.G.
Vi sarà capitato, in vita vostra, di essere testimoni della pervicacia maligna con la quale un chiodo può rimanere conficcato nel muro, figurarsi se il maledetto chiodo diventa recidivo dopo i disastri già provocati sulle rete ferroviaria italiana a voler dare ragione alla sfiga che ha visto Milano Centrale paralizzata dalla mattinata dell’11 gennaio. Ci si è chiesti, dal PD, come mai tanti eventi disastrosi come da quando c’è Salvini”.
La risposta è semplice: colpa delle zecche rosse, di cui molti chiodi – come è noto – sono a loro volta vittime: infettati da sporche mani comuniste di operaio o manutentore iscritto alla CGIL.
Non si parla di incompetenza qui, non ci permetteremmo; non si parla di occupazioni altre tipo dire la propria sui ministeri sulle cui poltrone siedono altri, non ci sarebbe motivo; nemmeno ironizzeremo sul vaneggiare ritorni a poltrone che hanno visto altri sudori, afrori e altre storie, perché a dire niet c’ha già pensato qualcuno che ha più potere di noi. Due dunque le ragioni: le zecche rosse e le rosse zecche. Loro sono colpevoli di ciò che non va (cioè tutto) nel disastrato e disastroso panorama dei trasporti ferroviari. E peste colga chi reclama responsabilità di Salvini.
Del resto cosa gli si può chiedere di più: deve pensare a tornare al Viminale; la Lega perde voti ad ogni colpo di tosse; Meloni non gliele manda a dire; gli scippano – pare – il terzo mandato di Zaia da sotto gli occhi; trova De Luca d’accordo con lui, e non gli fa bene nemmeno questo; del Ponte sullo Stretto non parla più; sui migranti è diventato afono; la questione zecche rosse ha fatto ridere anche le zecche vere e ci son maledetti chiodi dappertutto. Non vorrete anche incolparlo di non tenere alta l’attenzione sui trasporti di cui è ministro, facinorosi che non siete altro.
(11 gennaio 2025)
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