di Paolo M. Minciotti
Poche righe serviranno a descrivere il demenziale stato dell’informazione in questo paese: tra i sei telegiornali a controllo meloni o filo-meloni seguiti in diverse edizioni nella giornata post-28 giugno abbiamo colto con sgomento qualche notiziola di nessunissima utilità, il solito meteo con accento sul caldo torrido (dimenticando di sottolineare che siamo al 29 giugno e oltre otto gradi sopra le medie stagionali, due battute sul pride di Budapest con intervista a Schlein – che non verrà mai troppo tardi il giorno in cui la smetterà di dire “siamo qui coi nostri corpi” come se ci potessimo essere senza corpi – una lunga sequenza di stupidaggini inutili sul matrimonio veneziano dell’uomo Amazon con primi piani di stitici baci umidicci, poco credibili tette a balconcino e facce di plastica sorridenti-artificiali ad articolare improbabili thank you; poi il tempo, le rubriche mangerecce e insomma: il solito nulla.
Due parole sul Milano Pride, su Sala in prima fila e sulle decine di migliaia di persone in sfilata in città? Nemmeno a parlarne. Le teste degli italiani vanno riempite di nulla altrimenti alle panzane di Meloni e Salvini non potranno crederci più.
Ed è per compassione, non certo nei confronti di chi questa informazione che non dice nulla confeziona, che mi fermo qui.
(29 giugno 2025)
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